Maestri di saccenza
Spesso nella nostra vita quotidiana ci troviamo ad essere spettatori di piccole e grandi illegalità ma quante di queste ci scivolano addosso e quante volte poi proviamo il rimorso per non aver agito prima con una critica o con un’azione preventiva?
A fine agosto sono andato in Costiera con un paio di amici fraterni, così, per prenderci un po’ di fresco e mangiare un panino godendoci lo splendido panorama che solo quegli incantevoli luoghi possono offrirti.
In Costiera si sa, le strade sono strette e il ritorno è sempre a rischio traffico; ma era in settimana e per questo ci siamo mossi con maggiore tranquillità. Nell’arrivare a destinazione però troviamo una fila di auto davanti a noi: – vabbè! Che sarà mai!? Aspettiamo che si mettano d’accordo su chi ha la precedenza e passiamo tutti – e ma invece no! Le macchine non si muovono neanche di un centimetro, pazientiamo ancora, del resto siamo usciti per rilassarci e nessuno ci aspetta; ma purtroppo chi sta davanti a noi spegne i motori, poi qualcuno incomincia a uscire dalle vetture, vola qualche jastemma, scendiamo anche noi e ci rendiamo conto che il traffico è bloccato, giusto in un tratto della strada che si restringe e le due file di auto, la nostra e quella che scendeva in direzione contraria, non avevano alcuno spazio di manovra anche perché ambo i lati della già stretta viuzza erano occupati dalle auto parcheggiate.
La prima autovettura della colonna di auto che scendeva in senso contrario era un grosso SUV che, contrariamente alle altre automobili, non riusciva ad indietreggiare per lasciar passare chi invece saliva e che aveva, per buon senso, la precedenza per essere in una fila composta di un maggior numero di autovetture; il poveretto non solo aveva grosse difficoltà per gli esigui margini di manovra che gli permetteva il suo ipertrofico mezzo ma gli spazi erano ridottissimi a causa delle auto parcheggiate, sia a destra che a sinistra e su tutta la strada che dovevamo percorrere.
L’operazione di retromarcia richiede molto più del dovuto, forse anche per imperizia dell’autista ma sarebbe comunque stata un’impresa anche per il più provetto dei manovratori. C’è allora chi gli fa la manovra, resosi conto dell’effettiva difficoltà ma c’è pure chi lo irride e con fare di superiorità ne critica l’opportunità di guidare quell’esosa vettura senza averne le competenze. Ad ogni modo si apre finalmente uno spiraglio e l’auto, ormai al limite dell’esaurimento e della frizione si accosta e noi tutti passiamo e raggiungiamo finalmente l’agognata meta.
In auto, vedendo quella situazione non posso fare a meno di ricordare quello che, secondo me, è stata la prima deep fake della storia recente ovvero quel video del 2013 dove una 500 stentava a manovrare in una stretta via di Cardito LEGGI Ho sempre pensato che quel video fosse un esperimento sociologico o una bravata ben organizzata; forse un tentativo per analizzare le reazioni di chi lo vedeva e, in effetti, così come in quel momento si sfotteva l’incauto pilota anche i commenti al video furono irrisori nei confronti dell’attempato automobilista in quel di Cardito. Tutti pronti ad ergersi ad esperti, allora come oggi e, come spesso accade anche in rete, nessuno si accorgeva dell’elemento più eclatante di entrambe scene, ovvero le auto in divieto di sosta e sui marciapiedi che restringevano la carreggiata, rendendola in certi punti un senso unico alternato.
Ora non so quanto l’essere umano cerchi la pagliuzza nell’occhio del suo simile più dell’altrettanto proverbiale trave nel suo e quanto certe situazioni di anomalia risultino normali agli occhi dei miei conterranei ma, da persona che non ha abbandonato ancora lo sconcerto metto a confronto questi miei pensieri con i miei fraterni amici; questi sorridono e commentano tra il serio e il faceto, che, tutto sommato, la colpa era del SUV, che gli abitanti del luogo non avrebbero avuto altro spazio per parcheggiare le loro auto se non in quel modo e che eravamo lì per farci un panino e non per assillarci per un problema ormai alle spalle.
Lo scorso anno assistetti a un qualcosa di simile a Cercola, all’incrocio dei “Catini”, là dove non solo è norma la sosta in divieto ma anche quella in doppia fila per andare a prendere le sigarette dal tabaccaio. Capitò però che un pullman di linea si trovò a dover svoltare sulla piccola ma ripida discesa che porta verso la rotonda di via Figliola e ovviamente su tutti e due i lati c’erano le auto parcheggiate e il bus era praticamente bloccato e in bilico sul dosso. In un paese normale si sarebbero cercati i proprietari delle auto, sarebbero intervenuti i vigili urbani e invece no, l’autista del mezzo pubblico fu oggetto di scherno poiché, secondo il pubblico presente ed assai saccente era una manovra facile da fare – tutti esperti con le assicurazioni degli altri! –
Ora su quella strada della Penisola c’erano i divieti di sosta ma ovviamente, non solo nessuno li rispettava ma neanche c’era nessuno che li facesse rispettare ed effettivamente guidare con quel cascettone in Costiera significava volersele andare a cercare le grane ma pensai allora, e se invece del SUV fosse stata un’autoambulanza a dover passare di lì o un mezzo dei vigili del fuoco, sarebbero stati anche loro presi in giro o si sarebbe invocato il famigerato io l’avevo detto, o qualcuno avrebbe finalmente chiamato le forze dell’ordine? Chissà! Ma sta di fatto che in questo paese del tira a campa’ tutti sono maestri a cosa avvenute e a nessuno piace fare la cassandra, soprattutto quando conviene mettere la propria auto in divieto di sosta sotto casa. La colpa delle conseguenze di quell’atto, quella, sarà sempre di qualcun altro.
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.