Grande Progetto Vesuvio: quali sono le aspettative

La politica di oggi è basata sul sensazionalismo.

Per quanto riguarda il Vesuvio, l’annuncio più eclatante fu dato a margine del secondo maxi incendio in due estati consecutive, quello di Luglio 2017, e riguardava la bonifica di tutte le cave utilizzate come discarica in area Parco: un obiettivo difficile, sia per la cifra che si intendeva stanziare (7 o 8 milioni di euro) sia per le caratteristiche di alcune discariche, che hanno prodotto danni irreparabili.

Non solo opere di ingegneria naturalistica, quindi, utili a prevenire frane e smottamenti, ma un progetto globale di bonifica che il Consiglio Direttivo del Parco indicò come prioritario e per il quale aveva intenzione di battagliare.

Cava Ranieri, nel frattempo, è stata bonificata, ma è in gran parte merito di un attivismo serrato e messo spesso e volentieri alla porta – se non addirittura criminalizzato – dal Parco: la stessa Cava Vitiello, che poteva diventare la discarica più grande d’Europa, interamente localizzata in area protetta, non è stata aperta per l’opposizione di una rete di resistenza civile che oggi, nonostante il grande contributo dato alla difesa del Parco Nazionale del Vesuvio, è tagliata fuori dal confronto.

Eppure, grazie a dei criminali civici, alcuni boschi vengono tenuti liberi dai rifiuti e l’Ente Parco potrebbe avere a breve la sua prima area archeologica fruibile, non dovendo più ricorrere agli Scavi di Pompei per sponsorizzare i suoi post sui social.

Già l’immagine di anteprima del comunicato stampa diramato dal Parco, inerente la presentazione del “Grande Progetto Vesuvio” il giorno 15 Ottobre, non rende chiaro o esplicativo nulla: c’è un tizio che fotografa con il cellulare la scritta “WC” – “è un QR Code, non capisci niente“, replicheranno i pasdaràn dell’infantilismo a prescindere – una zona che pare essere un terrazzamento agricolo stranamente frequentata da millennials e top manager (i due tizi con la tracolla).

Uno scenario improbabile, che non fornisce la misura delle criticità su cui bisogna intervenire.

Presentazione Grande Progetto Vesuvio

Sentieri, ciclovie, ippovie, info point e porte del parco: tutto molto bello, peccato solo che di bonifiche e di iniziative di contrasto agli ecoreati non si faccia accenno nell’articolo pubblicato sul sito ufficiale del Parco.

Continua, inoltre, ad essere poco chiara la visione di “turismo sostenibile” dell’Ente, perchè attualmente il turismo consiste nello sfruttamento intensivo del Gran Cono e, fino a poco tempo fa, della storica Via Matrone, percorsa a grande velocità da “ecologici” (sic!) BusVia diesel anzichè essere pedonalizzata.

Pare inoltre essere sparita da ogni progettualità, da parecchi anni, la fauna, che insieme alla flora è la ragione per cui sono stati istituiti i parchi: uva, crisommòle, percoche e piennoli hanno oscurato volpi, donnole, faine, ecc..

Bisognerà attendere, ovviamente, la presentazione del “masterplan della rete sentieristica e di fruizione sostenibile del Parco” per trarre un’analisi più adeguata, ma questo articolo vuole essere anche un assist affinchè certi argomenti vengano presi in considerazione da chi di dovere, perchè ormai l’unico modo per far pervenire i messaggi alle istituzioni è tramite stampa.

Sperando che Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente, che parteciperà all’evento e che dovrebbe conoscere bene le criticità del Parco, abbia a dire la sua su un corretto impiego dei fondi e sull’apertura al mondo delle associazioni (istituzione delle consulte?) di un Ente sempre più arroccato in un castello di carta.

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