Una Montagna da vivere
Gli ultimi tragici eventi sul Monte Somma ci spingono ad alcune riflessioni sulla corretta fruizione dell’ambiente montano. A seguire qualche utile riflessione e un’ancor più utile informazione di come si agisce in caso di pericolo.
Sotto consiglio di un amico biker ho deciso di scrivere qualcosa che riguarda marginalmente il tragico incidente avvenuto sul Monte Somma qualche giorno fa e più in generale sulla sicurezza in montagna. Ho deciso di farlo superando le mie remore, là dove s’è persa tragicamente una vita umana e dove sarebbe forse più opportuno tacere nel rispetto del dolore di chi ha perso un figlio o un caro amico, ma, lasciando le indagini alle autorità competenti, è necessario mettere in chiaro alcune questioni per evitare che in futuro si ripetano eventi così tragici, ed è solo per questo che mi permetto di entrare in causa per dare il mio seppur minimo apporto alla libera e sicura fruizione della Montagna.
Andare in montagna vuol dire, per convenzione, muoversi in ambiente ostile, ovvero in un contesto che, malgrado la preparazione psicofisica, malgrado ogni previsione, sono sempre presenti forti elementi di rischio e pericolo. Detto ciò sarebbe opportuno affrontare tale contesto nella maniera più rispettosa e consapevole possibile. Purtroppo la nostra essenza umana e l’imprevedibilità di certi contesti naturali ci porgono il pericolo dietro l’angolo e quindi, in certi casi, bisogna sapere come agire per ridurre al minimo il rischio o evitare che le conseguenze possano essere irreparabili.
Quando accade qualcosa in montagna, quando c’è un incidente, bisogna innanzitutto creare, nei limiti del possibile, una zona di sicurezza, per evitare che il malcapitato o altri ancora, possano peggiorare la loro situazione e quindi chiamare immediatamente i soccorsi, avvertendoli sullo stato dell’infortunato e, particolare non meno importante, specificare il contesto in cui si trova e la sua esatta ubicazione. Quest’ultimo particolare non è poi così scontato poiché raramente gli escursionisti si muovono muniti di cartine e si affidano quasi sempre alle applicazioni dei loro cellulari, in genere software di geolocalizzazione che spesso però, in taluni contesti, non funzionano o, essendo talvolta modificabili dagli stessi escursionisti, possono fornire indicazioni erronee poiché questi non sempre posseggono la giusta cognizione di causa, cambiando spesso a loro piacimento i toponimi o confondendoli del tutto e creando ulteriori problemi ai soccorritori.
Ma tornando alla fase emergenziale è opportuno sapere chi chiamare in caso di emergenza in montagna. Inutile sottolineare che l’emergenza deve essere reale e ben valutata, e questo per evitare, non solo spreco di denaro e tempo ma appunto per evitare che le squadre dei soccorritori possano essere sottratte ad altri contesti emergenziali. Una volta stabilita l’emergenza in un contesto montano o speleologico chiunque sia presente all’evento, non solo può, ma deve allertare i soccorsi e questo per obbligo di legge. Anche il preallarme è importante per evitare perdite di tempo in caso di reale emergenza.
In Campania, in caso di allertamento è opportuno chiamare il 118 in modo che la telefonata possa essere registrata ma la cosa più importante da fare, in caso di incidente in montagna o in grotta, è quella di specificare nella chiamata l’intervento del CNSAS ovvero quello del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico. Il CNSAS è una struttura operativa nazionale della Protezione Civile (le leggi di riferimento sono le seguenti: 27-12-2002 n°289 e 21-03-2001 n°74 anche se, le diverse delegazioni regionali hanno negli anni stipulato protocolli con le strutture del 118 che sono in capo alle regioni come operatività). Il CNSAS è inoltre considerato una struttura di soccorso tecnico e sanitario, ciò vuol dire che nell’intervento possono agire non solo persone qualificate nel recupero di un ferito o, nella malaugurata ipotesi, una salma, ma possono anche prestare pronto soccorso.
In Campania oltre che attraverso il 118 è possibile allertare il CNSAS direttamente col 331 4597777 il numero è opportunamente utilizzabile soprattutto nel caso in cui si volesse mettere in preallarme i soccorsi, come ad esempio per la di perdita di contatto di uno o più escursionisti per i quali non si è a conoscenza dell’esatta posizione e del perché della perdita di comunicazione. Anche Radio Montagna PMR-446 (UHF), è assai utile, nel caso non ci sia campo per i telefonini ed ovviamente tale canale resterà sempre libero per le emergenze.
Oltre il al CNSAS esiste anche il nucleo SAF dei Vigili del Fuoco, ovvero il nucleo Speleo Alpino e Fluviale ma questo ha solo funzione tecnica e non sanitaria come il CNSAS, così come esistono anche il soccorso alpino della guardia di finanza (non presente però in Campania) e delle strutture analoghe in altri corpi per esempio i Carabinieri ma meno operative.
Essere a conoscenza di queste informazioni basilari permette talvolta di salvare la vita a chi, per fatalità o per imperizia, può trovarsi in situazione di pericolo, ma soprattutto per chi si trova a dover gestire la fase emergenziale. La montagna, così come il mare, ci offrono qualcosa di più che un semplice panorama o un contesto idilliaco, ma in cambio gli dobbiamo rispetto ed attenzione, per potervi ritornare più forti e consapevoli di prima e per diffondere una corretta cultura dei luoghi da noi frequentati.
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