Una mostra per riscoprire il Vesuvio

Consigliamo ancora una volta di visitare la bella ed interessante mostra “Vesuvio quotidiano – Vesuvio universale” presso il museo della Certosa di San Martino, splendido lo scenario, imprescindibile la mostra.

“… respice ad austrum, respice germanum mihi ab illa parte Vesevum …” Giordano Bruno

 Sembra strano ma un brand come quello del Vesuvio, che sembra attecchire in ogni dove e che attira turisti da tutto il mondo, divenendo la mecca dei vulcani con centinaia di migliaia di turisti l’anno, spesso resta un elemento iconografico e nulla più. Spesso diviene altro, lo spunto per pubblicizzare qualcosa o qualcuno, un po’ come si fa ancora oggi col corpo delle donne; diviene un elemento invisibile del territorio che scopriamo solo ad ogni suo sussulto, reale o presunto che sia, o ennesimo spunto per usare il suo profilo per lucrare denaro o consenso e mistificarne l’essenza.

Pare che più se ne parli, più lo si mostri in tutte le salse e in tutte le occasioni e più si ha l’impressione che nessuno lo conosca davvero, nessuno, o quasi, ne conosce la sua essenza, la sua storia, i suoi valori, relegandolo spesso al mondo delle paure e degli scongiuri.

Ecco perché abbiamo deciso di recarci a San Martino per scoprire in una mostra altre facce ed altri valori del nostro Vulcano, altre interpretazioni. Per capire quanto si conosca sul serio lo Sterminator Vesevo e quanto reiterata sia l’immagine di se stesso. Vi abbiamo trovato semplici esorcismi di timori atavici ma molto spesso scanzonati approcci a chi si ritiene amico capriccioso piuttosto che un padre da temere.

Rimaniamo piacevolmente stupiti nello scoprire quanto ancora l’arte abbia detto in passato e quanto abbia ancora da dire oggi e nel suo futuro sul mistero vesuviano, sul rapporto ancestrale che lega indissolubilmente l’uomo alla sua Montagna quella che venera con perseveranza e consapevole sincretismo.

Ecco, a costoro questa bella ed interessante mostra confermerà la giustezza della loro devozione; agli altri, quelli che temono più Lui che la camorra, più lui che l’inquinamento, più di ogni altra cosa, la sua presenza, la sua ombra che copre le loro certezze, ecco, a questi consiglio di andarsela a vedere ed affacciarsi di tanto in tanto dai balconi dei quarti dei frati e guardarLo attorniato dal prodotto della nostra cecità e della nostra lucida follia e capire, una volta per tutte, chi è in pericolo, noi, o Lui.

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