Inchiesta Fincantieri, anche nel vesuviano lavoratori in protesta
Corruzione e sfruttamento di manodopera. Questi alcuni dei reati ipotizzati dalla Procura di Venezia che vede al centro delle indagini una trentina di imprese e dirigenti di Fincantieri.
Sulla questione in queste ore è intervenuta con una nota alla stampa anche la Federazione Campana dell’USB (Unione Sindacale di Base) per denunciare la situazione di crisi in cui versano alcuni lavoratori impiegati nella filiera dell’indotto Fincantieri.
“Le indagini della magistratura veneziana – si legge nella nota dell’USB – relative alla Fincantieri fanno emergere un quadro inquietante, basato sullo sfruttamento dei lavoratori soprattutto immigrati e l’annientamento di diritti e tutele sociali. Dietro la cosiddetta “paga globale” ed un sistema di appalti e subappalti incernierato con strumenti di corruzione, i lavoratori erano costretti a lavorare in condizioni estreme, con orari insostenibili, senza diritti e soprattutto con retribuzioni da fame. La cosa più grave è che tutto ciò accadeva presso Fincantieri azienda con partecipazione pubblica di circa il 70%, il che lascia facilmente presagire che tale situazione è altrettanto radicata nelle svariate aziende private che ruotano nel sistema degli appalti e subappalti.
Se è chiaro che l’accertamento dei fatti e delle responsabilità di corruttori e corrotti spetta alla Magistratura, le Istituzioni a cominciare dal Governo non possono più sottrarsi da un confronto finalizzato a mettere a centro la filiera del Lavoro strettamente connessa con i diritti, le tutele sociali, salariali e occupazionali, non solo per Fincantieri ma per l’intero mondo del lavoro del nostro paese.
E’ evidente anche che ai lavoratori come nel caso Fincantieri, dopo essere stati sfruttati e ricattati, va garantito il prosieguo della propria attività lavorativa. Riteniamo inoltre evidenziare un altro aspetto della vicenda sopracitata che alimenta la nostra preoccupazione circa la condizione che stanno vivendo alcuni lavoratori della Società Entalpia sas, della quale apprendiamo da organi di informazione, potrebbe essere coinvolta tramite qualche proprio rappresentante, nella indagine condotta dalla Magistratura veneziana per presunti atti di corruzione.
Questa stessa azienda, alcuni mesi fa ha dato luogo a nostro avviso ad un travaso di personale (da quanto ci risulta una sessantina di lavoratori) e di attrezzature, dalla Società Entalpia Sas a alla Società Entalpia MG Srl non attuando alcuna procedura prevista dall’attuale normativa (cessione di ramo d’azienda con applicazione del cpc 2112) ma attraverso il licenziamento guarda caso “volontario” e la nuova assunzione che da quanto ci risulta a comportato la rinuncia ai diritti e buona parte degli emolumenti maturati e il nuovo rapporto di lavoro regolato dal Jobs-act, nonostante avessero una anzianità di servizio maturata antecedente all’entrata in vigore del job-act stesso.
Come se non bastasse i lavoratori che non hanno aderito a tale imposizione, oggi si ritrovano bersaglio di svariate contestazioni e discriminazioni, a lavorare in giro per l’Italia, nonostante le assicurazioni date dall’azienda stessa circa il loro rientro in sede a seguito dei lavori di adeguamento strutturale dei locali in cui è ubicata l’azienda, che nel frattempo sembra risultino essere sotto sequestro.
L’Unione Sindacale di Base nel denunciare tale assurda e inaccettabile situazione, oltre a dare mandato ai propri legali, in nome e per conto dei propri iscritti, di rivendicare il passaggio diretto e immediato regolato dal 2112 del cpc nella società Entalpia MG, metterà in campo tutte le necessarie iniziative sindacali a tutela dei diritti dei lavoratori e per far piena luce sui fatti sopracitati”.
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