Vesuvio, la frustrazione dei viticoltori locali
L’intervista a Maurizio Russo e ad Andrea Matrone, due importanti produttori di vino sul versante boschese del Vesuvio. Lo sconforto ma anche l’impegno di un’imprenditoria locale che vuole il rilancio di un territorio unico ma fin troppo deturpato da incuria, inciviltà e lassismo delle istituzioni. il VIDEO
Che dell’ambiente se ne occupino le associazioni ambientaliste è un qualcosa di scontato ma quando a sollecitare interventi specifici (e lo si fa con il vigore dell’impegno diretto) sono gli imprenditori locali, il tutto acquisisce un valore indicativo e sostanziale.
Generalmente l’imprenditoria locale non ha mai brillato per iniziativa, neanche quando questa implicava l’impegno diretto sul proprio campo d’azione, figuriamoci poi quando deve affrontare questioni di carattere ambientale; l’individualismo, innato o indotto dalle congiunture sfavorevoli, è sempre stata una caratteristica che ci ha contraddistinto.
La nostra imprenditoria è stata da sempre legata a doppio filo ad un potere politico che ha spesso creato più problemi che altro, senza agevolare più di tanto chi aveva saputo portare legalmente ricchezza e lavoro sul proprio territorio. Spesso, gli stessi imprenditori, hanno ceduto alle lusinghe di questa politica baronale, accettandola e ancor più spesso assecondandola per ovvie ragioni di sopravvivenza.
Lo scorso anno, alcuni imprenditori agricoli del versante boschese, tra i quali appunto Maurizio Russo e Andrea Matrone ma anche Francesco Manzo e Sorrentino Vini, stufi di essere accostati al lerciume della Panoramica del Vesuvio, stanchi di vedere il loro impegno frustrato dall’inciviltà dei propri conterranei e dall’inerzia delle istituzioni, decisero di scendere in campo e di mettere faccia e impegno in quella fatica di Sisifo che significava ripulire la Panoramica tra Boscoreale e Torre del Greco, includendo anche i comuni di Trecase e Boscotrecase. Un impegno importante e fattivo, portato avanti con l’associazionismo locale, e che ha avuto come risultato finale la passerella istituzionale e l’importante asse viario, vie afferenti incluse, nelle medesime condizioni di sempre, pieni di rifiuto “talquale”, speciale e pericoloso.
Il loro impegno è stato ed è ancora costante ma isolato perché non recepito da chi dovrebbe mediare e mettere in atto tutte quelle strategie necessarie allo sviluppo economico territoriale. Territorio di per sé ricco dal punto di vista culturale e paesaggistico, così come dal punto di vista della terra, fertile e fortunata per esposizione e clima ma tutto ciò non è bastato a far sì che non rimanesse un contesto depresso e restio, se non per casi isolati, allo slancio verso mercati nazionali e internazionali.
Un grido d’allarme è stato lanciato da Maurizio Russo di Cantina del Vesuvio e seguito dall’appoggio di un decano dell’imprenditoria locale Mario de Martino che ha auspicato in un “fronte comune” per uscire fuori da un contesto di squallore e abbandono che penalizza fortemente impegno e investimenti.
Per saperne di più abbiamo ascoltato lo stesso Maurizio Russo e un altro viticoltore del territorio Andrea Matrone, storico cognome dell’imprenditoria vitivinicola locale; a seguire le loro interviste.
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.