La Processione di San Giorgio e la Festa della Lava
Il 17 Maggio scorso a San Giorgio a Cremano sarebbe stato un giorno di festa, uno di quelli in cui l’intera comunità riscopre il senso di appartenenza e si riconosce in quei riti plurisecolari che nella società contemporanea faticano tanto a trovare continuità. La “Festa della Lava” è un momento atteso per un intero anno dalla comunità sangiorgese che però quest’anno non si è tenuta a causa dell’emergenza dovuta all’influenza da Covid-19.
Vogliamo qui ripercorrere fotograficamente le tappe della processione dello scorso anno insieme alle vicende storiche che hanno portato alla nascita di questa giornata di festa cittadina.
Le origini della processione
La Processione della Festa della Lava affonda le proprie radici nelle antiche processioni che si tenevano in San Giorgio a Cremano. Innanzitutto la duplice processione di San Giorgio Martire quale patrono del Comune che si svolgeva la prima e seconda domenica di maggio, con sosta della statua per una settimana alla chiesa di san Giorgio vecchio. Fino alla metà del settecento si portava in processione l’antica statua del Santo a cavallo che oggi si conserva nella chiesa di san Giorgio vecchio.
Probabilmente già dal 1895 fu usanza di accompagnare la processione con un corteo di statue (ad imitazione di quella di San Gennaro che si tiene a Napoli il sabato precedente la prima domenica di maggio) durante la quale erano portate in processione circa una ventina di statue di santi diversi, quest’uso ufficializzato solo nel 1903 con l’occasione del XVI centenario del martirio di San Giorgio, durò fino al 1953. Vi era poi una terza processione introdotta nel 1899 che si teneva la quarta domenica di maggio che fu introdotta per solennizzare con una processione la festa del “patrocinio di san Giorgio”. Ed è da questa che deriverà la “Processione della lava” che conosciamo oggi e che si svolge con le sole due statue di San Giorgio e dell’Immacolata.
La festa del patrocinio di san Giorgio
L’eruzione del 1855 fu molto spettacolare (leggi qui) e per la prima volta il paese di San Giorgio era minacciato direttamente dal fiume lavico. Per scongiurare tale pericolo i fedeli raccolti in preghiera in parrocchia invocarono l’aiuto sia di San Giorgio che dell’Immacolata, promettendo di portare le rispettive statue in processione sul luogo dove si fosse arrestata la lava. Ciò avvenne tra il 12 e 13 maggio.
Fu così che la domenica successiva (20 maggio) fu organizzata una solenne processione, con anche la partecipazione del Cardinale Arcivescovo di Napoli Sisto Riario Sforza, che con le due statue raggiunse e il luogo dove la lava ardente si era arrestata pochi giorni prima, in territorio di Resina (oggi Ercolano) al confine con San Sebastiano al Vesuvio.
Dopo tale evento fu istituita la “festa del patrocinio di san Giorgio” da celebrarsi nella domenica dopo il 12 maggio di ogni anno. Questa in origine però era una festa che si svolgeva solo in chiesa con solenni cerimonie. Col passare del tempo invece , al ricordo dell’eruzione del 1855 si aggiunse quello del successive, soprattutto del 1872, e quindi si pensò di introdurre anche una processione di ringraziamento per l’intercessione di san Giorgio nel fermare le varie eruzioni. Nel 1899 fu quindi introdotta la già ricordata “terza processione” che nel 1903 si trasformerà nella “processione della lava” che conosciamo oggi.
La processione della lava
La processione della lava, che ormai è diventata la processione patronale, originariamente raggiungeva il luogo dove si fermò la lava del 1872 (sempre in territorio di Resina, oggi Ercolano) e dove nel 1952 fu affissa una lapide commemorativa, ed è per questo che molti fanno risalire l’istituzione direttamente a questo evento specifico.
Col trascorrere degli anni però sorsero sempre più difficoltà organizzative a causa del necessario coinvolgimento di più comuni, più parrocchie, e non ultima la necessità di accedere ad una proprietà privata dove era posta la lapide commemorativa. Nel corso della processione del 1989 infatti, nonostante gli accordi presi, il cancello che dava accesso al luogo dove terminava la processione, fu trovato chiuso e il corteo fu costretto a tornare indietro senza aver potuto raggiungere la tradizionale meta.
Per ovviare a tali problematiche, si decise per gli anni successivi di far terminare la processione alla parrocchia di Santa Maria Consolatrice degli afflitti in Ercolano, dove nello slargo prospiciente fu collocata una copia della antica lapide, che rimossa dal luogo originale venne conservata in parrocchia. Fu così che dal 20 maggio 1990, che per una curiosa coincidenza è lo stesso giorno nel quale vennero portate in processione per la prima volta nel 1855 le due statue di san Giorgio e dell’Immacolata, la processione giunge in questo luogo dove avviene l’ultima sosta di preghiera per commemorare l’evento prodigioso prima di imboccare la strada del ritorno verso San Giorgio a Cremano.
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