Vesuvio: monta la protesta contro Casillo
Erano giorni che si avvertiva un certo malumore tra i più assidui frequentatori del Vulcano, erano giorni che incominciavano a girare lamentele sul nuovo sistema che regola l’accesso al Cratere, fin quando qualcuno non ha pensato di esprimere in maniera più esplicita il suo dissenso affiggendo manifesti contro il presidente del Parco.
Col suo arrivo, quasi cinque anni fa, Agostino Casillo, aveva infuso presso molti vesuviani la speranza di una nuova svolta in favore del Parco Nazionale che andava a presiedere; pur non avendo un curriculum ambientale di rilievo ed essendo per i più un illustre sconosciuto, con la sua giovane età e le sue prime ed interessanti proposte, aveva dato speranza a un rinato legame tra l’Ente e una popolazione che da sempre aveva visto l’istituzione dell’area protetta come un insieme di vincoli e non un mezzo per tutelare la natura vesuviana e sviluppare l’economia locale.
Ad oggi però, questo divario non è stato ancora colmato e nulla è cambiato, anzi, i vesuviani si vedono precludere economicamente, ma anche fisicamente, quelle vie d’accesso al Vesuvio che da generazioni avevano permesso di mantenere vivo, molto più dell’Istituzione, quel legame inscindibile tra l’uomo e la montagna.
Ora, con l’ennesima riorganizzazione del piazzale di Quota 1000, unico punto di interesse istituzionale e amministrativo, fatta esclusione per quegli scarsi 5 km messi recentemente in sesto dall’Ente (su una rete di circa 50 km), e da sempre ambita preda per chiunque volesse lucrare sull’immenso flusso turistico che porta al Gran Cono, pare che per qualcuno la misura sia colma e monta la protesta. Già anni fa il comune di Ercolano ci aveva messo del suo per complicare la situazione, prendendo possesso di quel tratto di Strada Provinciale che da quota 800 arriva fino al Vesuvio, istituendo il pagamento di una quota per il parcheggio. Il risultato fu che una famiglia tipo, di quattro persone, che venisse ad esempio da San Giorgio a Cremano, comune vesuviano ma non in area parco, doveva sborsare almeno una cinquantina di euro per l’ascensione al Vesuvio, tra biglietto intero, parcheggio e navetta. Inutile dire che, in barba al previsto decongestionamento di Quota 1000, mentre le auto venivano fermate a quota 800, i grossi bus granturismo pagavano e passavano, e assieme alle navette, creavano traffico e intasavano come sempre lo spiazzale davanti alla biglietteria.
Il covid ha stravolto le nostre vite e adesso sta sconvolgendo anche quelle dei pochi turisti e di chi liberamente godeva del panorama di Quota 1000, infatti un repentino progetto deliberato a fine maggio ha praticamente chiuso tutto il piazzale con una palizzata e un sistema di tornelli che ne impediscono l’accesso. La ragion d’essere ufficiale del presidente Casillo è quella di adeguare temporaneamente il grande flusso turistico in quell’area alle disposizioni governative per l’emergenza covid. A primo acchito il provvedimento potrebbe sembrare di buon senso ma ben sappiamo che il temporaneo, dalle nostre parti, è padre del definitivo e soprattutto quando quei lavori sono costati ben 90.000 euro (50.000€ per la staccionata e 40.000€ per i tornelli).
Ma non solo, ora i turisti sono pochi, perché le crociere sono ferme, quindi risulterà facile contingentare le poche decine di persone che si affideranno ai servigi del presidio fisso delle guide vulcanologiche ma quando l’emergenza covid finirà e le navi attraccheranno nuovamente nel porto di Napoli come si gestirà il traffico su gomma in quell’ormai angusto contesto? E soprattutto, le migliaia di persone che attenderanno fuori i tornelli saranno compatibili col post covid?
Inoltre, quei tornelli, se così indispensabili, potevano essere posti all’ingresso del sentiero dove c’è un varco che ne permetteva l’istallazione, senza precludere l’accesso al punto panoramico, si potevano inoltre mettere dei dissuasori per gli automezzi, lasciando libero spazio ai pedoni nello spiazzale ma evidentemente questo è chiedere troppo a chi ha progettato questa recinzione.
Questo è quanto relativamente alla questione logistica ma nel pratico i biglietti, ormai acquistabili solamente on-line e creando grandi difficoltà a chi decide di farlo a Quota 1000 per mancanza di rete, sono addirittura aumentati di quasi 2 euro, sia sul prezzo intero che su quello ridotto (1,68 € sul biglietto intero e 1,55 € sul biglietto ridotto per i diritti di prevendita e commissione) pesando ulteriormente sui bilanci di famiglie toccate anch’esse dal covid e che, a questo punto, valuteranno bene se vivere o meno l’importante ma cara esperienza culturale della visita al Vesuvio.
È quindi facile capire il perché di tanto malumore e come questo stia man mano diventando protesta; è facile capire che quei tornelli possano intaccare gli interessi di qualcuno ma è anche vero che quella staccionata è un muro, una barriera tra uomo e natura, tra chi vorrebbe fruire liberamente di un panorama perché non può permettersi altro, un panorama che appartiene a tutti e non solo a chi può permettersi il prezzo di un biglietto.
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