Oreste Sassi nel ricordo di Amilcare Troiano
Anche un altro ex Presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, Amilcare Troiano, ricorda la sua intensa esperienza umana e amministrativa con il compianto Oreste Sassi. Di seguito il suo sentito intervento.
Giorni fa ho avuto la triste notizia della scomparsa di Oreste Sassi.
L’ho saputo da una comune amica che mi ha inviato il messaggio che il Sindaco di Massa di Somma aveva postato sulla sua pagina Facebook.
Rattristato le ho chiesto se sapesse l’ora della funzione funebre, animato dal desiderio di portare il mio saluto ad Oreste ma, non potendo raggiungere Massa per altri motivi, mi sono recato nella Chiesa di San Ciro, patrono della mia città e protettore dei medici, ove ho pregato per Lui.
In quei lunghi minuti, ho rivisto i tanti momenti vissuti con Oreste che era stato il mio Vice, quando fui presidente del Parco Nazionale del Vesuvio.
La mia nomina, voluta dal Ministro Matteoli con l‘intesa del Governatore Bassolino, aveva suscitato non poche curiosità, essendo il primo uomo di destra ad assurgere a tale incarico che fino al quel momento era sempre stato appannaggio degli ambientalisti di Sinistra, come se anche la protezione dell’Ambiente dovesse rispondere a preconcetti di appartenenza politica. Mi è venuto subito in mente, e mi piace qui ricordarlo, il primo ed indimenticabile incontro con Oreste.
All’indomani del conferimento del mio incarico, ricevetti una sua cortese telefonata con la quale mi comunicava che, nelle more della mia nomina, nella sua qualità di Vice Presidente, aveva già provveduto a convocare il Consiglio Direttivo dell’Ente, per approvare un adempimento improcrastinabile, il Bilancio preventivo per l’anno 2001.
Ringraziandolo gli risposi che preferivo insediarmi dopo l’approvazione del bilancio da parte del Consiglio per rispetto del lavoro svolto da Lui e dagli Uffici dell’Ente e rimanemmo che ci saremmo visti il giorno dopo.
Preciso come un orologio svizzero, lo trovai sotto casa ad aspettarmi nella Multipla color verde in dotazione all’Ente.
Nel breve tragitto da Portici a San Sebastiano al Vesuvio, ove era la sede del Parco, subito si stabilì, tra noi, una atmosfera di stima, di cordialità e di rispetto, che ci avrebbe accompagnato per tutti gli anni di quella che fu una grande ed entusiasmante esperienza politico-amministrativa di gestione del Parco Nazionale del Vesuvio, il più difficile del panorama delle aree protette d’Italia.
Per ricordare i tanti risultati raggiunti, anche grazie alla considerazione ottenuta da una politica di alto livello, sia nazionale che regionale, bisognerebbe scrivere fiumi di inchiostro, e ciò che dico è ancora sotto gli occhi di tutti.
Ma prima o poi lo farò, anche in memoria di Oreste.
Insieme, tutti insieme, riuscimmo a far diventare il Parco Nazionale del Vesuvio il modello nazionale di un nuovo modo di coniugare la protezione dell’ambiente e della biodiversità con lo sviluppo sociale, economico e culturale del territorio.
Quel territorio vesuviano al quale Oreste prestava prevalentemente la sua attenzione; non a caso era il Vice Presidente eletto tra i cinque rappresentanti designati, nell’ambito del Consiglio Direttivo, dai Sindaci della Comunità del Parco.
Era sempre bene informato sulle problematiche dei tredici Comuni della Parco per le quali profondeva il suo impegno per trovarne la soluzione.
Considerevole fu il suo apporto per l’elaborazione e la successiva adozione del Piano del Parco.
Da innamorato della natura e del cosiddetto “turismo lento” ci tenne molto che nel Piano fosse prevista, nelle zone “C” e “D”, la possibilità di realizzare aree di sosta attrezzate per i camper.
Frequente il suo dialogo con i giovani del territorio ed era sempre al mio fianco nei numerosi incontri con le associazioni ambientaliste.
Oreste, con la Sua grande esperienza amministrativa, era stato Sindaco del Comune di Massa di Somma nonché stimatissimo medico noto in tutti i Comuni vesuviani, mi ha accompagnato e consigliato nei momenti più importanti della mia presidenza, ed ogni tanto mi rimproverava per il mio decisionismo e svolgeva alla perfezione il ruolo di ufficiale di collegamento con gli altri componenti del C.D. , con i Sindaci della Comunità del Parco, con il Direttore e l’esiguo, ma preparatissimo, personale dell’Ente, già tutti in carica al momento della mia nomina.
Spesso ci è capitato di discutere anche animatamente, ma tutto finiva, dopo il suo immancabile ed indimenticabile sorriso, davanti ad un buon caffè che prendevamo nel bar sotto la sede dell’Ente e Lui mi prendeva in giro nel ripetere, facendo la mia caricatura, quello che andavo urlando nei corridoi della sede nei momenti di fibrillazione e che era diventato il motto di tutti: “Guagliù qua dobbiamo fare il Parco e non politica”.
Detto tra noi, anche perché, politicamente, ero in nettissima ed assoluta minoranza.
Ma questo, Oreste, non me lo ha mai fatto pesare
Ciao, amico mio.
Amilcare Troiano
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.