Stadio della Pallacorda della Reggia di Portici
Stavolta Ettore Di Caterina ci porta in uno dei luoghi più inusitati di Portici e del Vesuviano, lo Stadio della pallacorda della Reggia di Portici, salto spazio-temporale nel nostro patrimonio culturale.
La Redazione
Tra i tanti gioielli che lo scrigno dell’area vesuviana custodisce gelosamente, e nasconde ai più, c’è lo Stadio della Pallacorda della Reggia di Portici. Per quanto sia oggidì quasi sconosciuta la pallacorda è, invece, uno sport di antica formazione (ha cominciato ad essere praticato sin dagli inizi del XIII secolo) e ampia diffusione: può vantare due partecipazioni ai Giochi Olimpici (Parigi 1900 e Londra 1908) La pallacorda è anche antesignana del tennis e della pelota. Occorreva infatti far superare a una pallina una corda tesa a metà del campo. Ciò con l’ausilio di una racchetta o della mano guantata. Valido anche il rimbalzo sul muro di confine posto sul lato del campo opposto a quello della tribuna degli spettatori. Il campo della pallacorda realizzato nella Reggia di Portici, al servizio della corte, era ovviamente una “versione di lusso” con due straordinari “casini barocchi” posti a fondo campo nella presumibile funzione di “spogliatoi” di lusso. L’area giace oggi in uno stato di sostanziale abbandono dopo un “non riuscitissimo” intervento di restauro e rifunzionalizzazione avvenuto nel corso degli anni 80 del XX secolo
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