L’altra faccia della Cancello-Torre Annunziata
Lunedì sono stati inaugurati i lavori per la riabilitazione del primo tratto di Ferrovia dismessa Cancello Scalo – Torre Annunziata e precisamente i 12 km che separano San Giuseppe Vesuviano da Torre Annunziata.
Un’inaugurazione in pompa magna con la promessa, non solo di portare a termine entro il 2022 i lavori della pista, ma di collegare il resto del percorso dell’ex linea ferroviaria fino a Cancello Scalo ovvero alle porte del Parco Regionale del Partenio.
Fin qui tutto bene, anche perché, come accennato, pare che ci sia in ballo un altro progetto che vedrà il comune di Ottaviano capofila per il completamento dell’intera pista ciclopedonale. Lo scopo però di un giornalista è anche quello di andare più a fondo nelle cose e possibilmente non attenersi solo a quanto ci viene mostrato o a ciò che si vuol per forza credere; anche perché se ci vorranno 9 milioni di euro per portare a termine il primo tratto, sembrano improponibili i 10 milioni previsti per il completamento del secondo, che è lungo ben 20 chilometri, 11 in più della tratta inaugurata lunedì. Pertanto abbiamo deciso di approfondire questa faccenda, quella che ci mostra il chiaroscuro di una storia che tende però alle tinte più fosche del nostro contesto locale e di un percorso disseminato di rifiuti speciali e pericolosi. In effetti, mentre a San Giuseppe si festeggiava l’inizio dell’opera, nel primo tratto preso da noi in esame, ovvero quello ricadente nel comune di Ottaviano, si scaricava ancora.
Il tratto di ferrovia che va da San Giuseppe fino a Somma Vesuviana
Già al confine fra i due comuni la differenza è palese, a San Giuseppe il tracciato, per quanto sporco, è aperto e ciclabile, ad Ottaviano è invece un deposito di rifiuti costantemente rimpinguato da chiunque voglia disfarsi dei suoi e altrui rifiuti. Andando in direzione Cancello, c’è una piccola discarica ad ogni incrocio della vecchia ferrovia con gli assi viari che salgono a monte verso il Vesuvio, e addirittura, presso la vecchia stazione FS di Ottaviano, c’è un’area posta sotto sequestro per la presenza di rifiuti pericolosi. Lungo la strada ferrata è il trionfo del rovo e dell’ailanto ma questo è il male minore poiché il primo può essere estirpato e l’altro, anche se infestante, è una pianta stagionale; in certi tratti mancano i binari e tutto il metallo possibile è stato asportato, un ponte è stato buttato giù per permettere il passaggio dei camion e l’eternit regna sovrano.
Una volta superato il primo sconfortante tratto, ci lasciamo illudere dalla bella campagna vesuviana, con i noccioleti e gli alberi da frutta ma poi, giunti sopra i primi lagni, precipitiamo in uno stato di profonda frustrazione davanti alla spettacolare violenza che l’uomo attua contro la natura e il paesaggio. Gli alvei, quando sono raggiungibili dalla strada diventano il trionfo dello scarico abusivo, lo sversamento e il rogo; là dove invece c’è l’acqua questa è schiumosa e maleodorante, frutto degli sversamenti fognari anch’essi abusivi.
Speriamo che la riconversione del tratto della ferrovia San Giuseppe – Cancello si trasformi in un percorso aperto ai pedoni e ai ciclisti, collegando magari il Parco Nazionale del Vesuvio con quello regionale del Partenio e che si possa riabilitare finalmente un’area che da una quindicina d’anni era abbandonata a se stessa e che potrebbe divenire un trampolino di lancio per un turismo alternativo, sulla falsa riga dei cammini religiosi europei e nazionali, o quella del Cammino Italia, ma anche per quello più tradizionalmente religioso, collegando i vari santuari del Napoletano con Montevergine; ma pare purtroppo evidente che lo stato attuale del tratto San Giuseppe – Cancello richiederà molto più lavoro e denaro di quello previsto, a meno che non lo si voglia lasciare così com’è, il che spiegherebbe anche il perché ci si è fermati solo ai comuni più popolosi e redditizi dal punto di vista elettorale dell’area boschese.
La rinascita o il baratro delle false promesse; spetterà a loro, ai nostri amministratori mantenere la barra a dritta in questa storia, ma anche a noi nel controllo civico delle loro azioni.
Per approfondire l’argomento sul collegamento ciclopedonale.
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