Il Casatiello originale svelato da un antico manoscritto
In origine il Casatiello era a forma di fagiolo ed ha i suoi natali nelle arse terre flegree. Scoperta di recente la sua origine, grazie al ritrovamento del prezioso manoscritto di Alberico Raudini da Scafati, letterato delle cui opere si erano da tempo perse le tracce.
Sì, perché il casatiello era nato proprio lì, nell’area flegrea, quella rappresentata sulla mappa, la quale ritrae proprio la forma del legume più diffuso in quella zona, e portato lì dopo la scoperta dell’America, e dove aveva attecchito grazie alla fertilità del suolo vulcanico. Da questo straordinario connubio nacque una particolare cultivar autoctona denominata Fasulus puteolanus deflagrans (oggi presidio Slow Fart) e famoso in tutto il napoletano per le sue flatulente proprietà, da cui famosissimo il detto: “Puzzeuolo puzzuleunta, pure l’everau è feteinta!”.
La scoperta
La storia del casatiello, riportata nel raro manoscritto, rinvenuto presso l’archivio storico di Tripergole, grazie agli approfonditi studi di www.vesuvionews.it, narra che, dopo la terribile eruzione di Montenuovo del 28 settembre 1538, si decise, per scongiurare l’ulteriore parossismo degli altri tre vulcani flegrei, di metterci un tappo.
L’idea di tappare metaforicamente i vulcani sotto forma di rustico nacque dalla fertile mente del famoso fornaio puteolano Lovigio Pianella e sotto consiglio di un amico suo, tale Ciro Diodato da Arignano, aduso nel cuocere le sue pietanze nelle fumarole vesuviane.
Il casatiello ritrovato
Ebbene noi di VesuvioNews grazie a questa straordinaria scoperta siamo riusciti a preparare il Casatiello originale secondo l’antica ricetta riportata nel manoscritto. Siamo orgogliosi di presentarlo qui in anteprima mondiale.
Il Casatiello cosmico
Ma come nasceva questa idea di fermare le eruzioni con un uovo? Il concetto scaturiva dalla loro devozione per Virgilio Mago che, come molti sapranno, in epoca medievale aveva assunto i panni di stregone più che quelli tradizionali di grande poeta classico; i due amici decisero quindi di mettere in pratica la visione cosmogonica e scotomizzante dell’uovo virgiliano che proteggeva con i suoi poteri tutta Napoli dalle fondamenta di Castel dell’Ovo; se un uovo quindi avesse protetto la città partenopea, perché tante uova non avrebbero potuto proteggere tutti i Campi Flegrei? Decisero quindi di chiudere il casatiello così come i vulcani, per allontanare apotropaicamente un possibile evento che ai loro occhi si presentava catastrofico come lo furono le eruzioni della Solfatara nel 1198 e quella dell’Epomeo nel 1301.
Un lento ed inesorabile declino
Purtroppo col passare degli anni si persero le tracce del manoscritto del Raudini e, con l’avvento delle teglie rotonde, imposte dai Savoia per alimentare proditoriamente le industrie siderurgiche del Nord, quella forma originale è andata perduta nel tempo così come altre interessantissime ricette puteolane, sfatando l’originalità e la natura del prodotto stesso, simbolo della Pasqua partenopea.
Quindi oggi ci ritroviamo con un rustico tipico Napoletano ma privo della sua originalità ancestrale, forse anche per questo s’insinuò nella cultura locale la concezione, ben rappresentata dall’andante popolare, che, quando un uomo risulta essere privo di personalità e consistenza, ma pesante nella petulanza e nella credulità, si usa dire che: “Si proprio nu Casatiello!”
2 aprile 2021
Quest’anno abbiamo voluto bonariamente prenderci gioco di voi, pubblicando il nostro pesce d’aprile. Abbiamo voluto imitare malamente un certo tipo di stampa, inarrivabile nel creare o diffondere bufale, e senza provare per questo rimorso o ritegno alcuno; tanto il click facile li premierà sempre e comunque, a meno che voi non decidiate di premiare un’informazione meno demagogica e meno ruffiana. La nostra è stata infatti un’ironia un po’ amara conscia del lungo e accidentato cammino da seguire per una corretta informazione, quella che va sul campo e non resta dietro un pc, quella che si sporca le mani e non la coscienza. Certo è che pure voi ci avete dato una bella mano in questo scherzo, nel farci da spalla, o nel cascarci completamente, ma anche per questo vi ringraziamo, per averci giudicato comunque degni di fiducia, cosa che sarà senz’altro ripagata i restanti 364 giorni dell’anno.
E ricorda sempre che:
Se dici che ‘a pastiera cu ‘e 7 strisce è nu fatto troppo bello … allora tu si nu casatiello!
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