Caso Cucchi
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, riguardo la morte di Stefano Cucchi (avvenuta ben 10 anni fa), ha dichiarato che il Ministero della Difesa è favorevole a costituirsi parte civile nel processo, contro l’arma dei Carabinieri, sulla causa del decesso. Inoltre, ha specificato di parlare a nome di tutto il Governo.
Tant’è vero che Stefano Cucchi era incarcerato e c’è la supposizione che sia morto per le gravi ferite provocate da maltrattamenti e torture inferte dai Carabinieri al momento e durante il suo fermo.
Sui social il vicepremier Di Maio, ha affermato che la lettera del Comandante Giovanni Nistri a Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, rappresenti una condotta perfetta di un uomo leale verso le istituzioni e che la stessa non deve essere presa come offesa all’arma dei carabinieri, ma bensì come un grande passo avanti da parte dello Stato e di chi lo rappresenta.
Di altro tono le dichiarazioni di Matteo Salvini, altro vicepremier, riguardo a questo fatto increscioso, affermando che chi sbaglia deve subirne le conseguenze anche se fa parte di un determinato rango della società. Ma non si capacita del fatto che “l’errore” di uno porti a sospettare su tutti gli uomini “puliti”.
Secondo il mio modesto e giovane parere chi ha agito così deve pagarne le conseguenze, soprattutto perché facente parte di un organo dello Stato che dovrebbe tutelare i cittadini anche se quest’ultimo non è un cittadino esemplare; la cosa che più mi fa specie e che sono passati 10 anni e hanno fatto di tutto per non far uscire la verità, forse questo è ancora peggio e sicuramente non è un esempio di rispetto per la vita.
Articolo di Tommaso Attanasio
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