Il Cavone di Napoli, passeggiata in una strada mondo

C’è una strada a Napoli che in circa 550 m di lunghezza e 40 di dislivello racchiude tutto un mondo.

Pur essendo una strada abbastanza centrale che collega due zone principali di Napoli, è poco frequentata se non dagli abitanti, e ancora meno conosciuta da molti napoletani.

Intitolata a Francesco Saverio Correra, principe del foro, giurista e docente del XIX secolo ma è meglio conosciuta come il Cavone.

Scorcio di via F.S. Correra

Il Cavone da zona commerciale a residenziale

Incassata in un banco tufaceo dove per millenni le acque provenienti dalla collina dell’Arenella avevano scavato un canalone di scolo verso valle, il Cavone deve il suo nome all’attività delle cave che qui vennero impiantate data la facilità di coltivarle sia a vista che in galleria.

La zona anticamente era fuori il perimetro cittadino, ricca di boschi, molto rigogliosa, e popolata da tanti conigli selvatici. Ciò spinse Alfonso II d’Aragona a costruivi una villa regale deve si dilettava alla caccia, denominata la “Conigliera”.

A partire dal XVII secolo la zona fu sempre più antropizzata fino a diventare una vera e propria strada come la vediamo oggi, furono edificati principalmente palazzi per abitazioni da dare in affitto e fondaci mercantili trovandosi nelle vicinanze del largo del Mercatello (attuale piazza Dante).

Nessuna chiesa è presente lungo il suo tracciato quasi a testimoniarne l’origine modesta.

Nell’attraversare questa strada oggi, ci si rende conto di quanto sia complessa la sua costituzione fatta da vicoli, scale, collegamenti con la cima della collina, passaggi da una parte all’altra della città, discese e risalite che improvvisamente si aprono su panorami inaspettati.

Una collina di case

Una passeggiata al Cavone

Iniziamo questa passeggiata dal basso, ossia da via Pessina, la strada che collega il Museo archeologico con piazza Dante.

Le architetture sono abbastanza modeste ma non mancano degli elementi di un certo interesse, infatti dopo pochi metri incrociamo subito un vicoletto nel quale si erge il palazzo Muscettola di Luperano, che ingloba i resti della villa la “conigliera” aragonese.

Proseguendo lungo la strada principale incrociamo un palazzo che conserva al suo interno resti dell’acquedotto romano di origine augustea che conduceva l’acqua da Serino a Napoli e poi a Capo Miseno.

Più avanti  incontriamo il Fondaco San Potito e il Fondaco Ragno, adiacenti l’un l’altro, testimonianza dell’antica origine commerciale della zona.

Poco dopo ci troviamo all’altezza del civico 22, un palazzo che a dispetto delle apparenze vide i natali di uno dei napoletani più importanti della storia moderna,  il Generale Armando Diaz.

In questo palazzo al civico 22, il 5 dicembre 1861 nacque Armando Diaz, il futuro Generale e Maresciallo d’Italia

Lungo la strada poi si aprono numerosi altri portali, alcuni dalla geometria particolare, disegnati in maniera tale da evidenziare i cortili retrostanti con le caratteristiche scale aperte, vere e proprie facciate interne dei palazzi napoletani.

Il Cavone è una vera e propria strada mondo poiché la si può percorrere sia in lunghezza ma anche in altezza. Numerose sono infatti le diramazioni, con rampe e gradini, che raggiungono i vari livelli del costone tufaceo fino alla cima della collina.

Il palazzo con sorpresa

Una vera sorpresa è poi un palazzo dal modesto portone, quasi nascosto, che introduce in un supportico basso e stretto che subito dopo si apre con un sorprendente cortile dall’articolato gioco di scale e ballatoi che diventano un vero e proprio percorso urbano poiché conducono sulla sommità della collina. Proseguendo si raggiunge il lastrico solare del palazzo, che in passato pare abbia ospitato un convento di monache, dal quale si gode un panorama che abbraccia tutto il Cavone. Tra la collina di san Potito a sinistra e Pontecorvo a destra, al centro appare maestoso il complesso del Somma Vesuvio.

Caratteristica della strada è la sopravvivenza di diversi fondaci che nati come depositi mercantili nel tempo, a causa della richiesta sempre maggiore, furono adibiti ad abitazioni (così come accadeva in altre zone della città).

A causa degli spazi ridotti e delle carenti condizioni igieniche che favorivano il diffondersi di epidemie, questi furono quasi tutti eliminati durante il Risanamento a seguito delle epidemie di colera sul finire del XIX secolo.

Emblematico di ciò purtroppo è il fondaco di Santa Monica che ancora oggi presenta una densità abitativa molto elevata e caratteristiche igieniche molto critiche.

Di fronte invece si erge un modesto ma dignitoso palazzo con un elegante portale e una bella scala aperta. Ed è con questo contrasto che sintetizza praticamente tutto quanto è il Cavone si conclude la salita e con essa la passeggiata.

Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.