Ancora nell’occhio del ciclone i pini di viale Europa a Cercola, le istanze dei cittadini e delle associazioni.
Si fa un bel parlare di natura ma quando si tratta di tutelarla sul serio e là dove ce n’è realmente bisogno, la società civile o sedicente tale viene meno. Le nostre città, si sa, non brillano per spazi pubblici e soprattutto per aree verdi fruibili ma, sopra ogni cosa, il patrimonio verde urbano, specie se poco o per niente pianificato, viene visto come un fastidio quando non è addirittura un pericolo.
Scartata la seconda ipotesi che non può e non deve avere limitazione alcuna per la pubblica incolumità, andrebbe capito il perché, gli alberi continuano ad esser visti, non come una bene comune, una risorsa collettiva, ma semplici produttori di resina e fogliame. Sarà che il servizio di giardinaggio di molti dei nostri comuni funziona alla meno peggio, sarà che molte essenze arboree vengono messe ad capocchiam là dove non possono che procurare danno e pericolo per la circolazione dei veicoli ma pare che quello che più infastidisce i cittadini siano resina, aghi di pino e fogliame vario che insozzano balconi e auto.
Nessuno, o quasi, considera gli alberi come esseri viventi che ci forniscono tra l’altro ossigeno, ombra, umidità e talvolta, anche in contesti urbani, frutti commestibili e nettare per le sempre più rare api e dimora per gli uccelli. Sorvoliamo sul discorso paesaggistico, pur esso importante e chiediamoci perché l’equilibrio tra cemento e natura vada sempre più a discapito di questa, e nonostante le evidenze scientifiche che incentivano il verde e una coscienza solo apparentemente ambientalista ma, evidentemente, è facile riempirsi la bocca di buoni propositi ma, all’atto pratico dell’impegno, prevale praticità ed egoismo per non dire poi la stupidità.
Ecco perché, forse, a Cercola, due associazioni, Primaurora e CAI-TAM non riescono ad avere udienza e risposta da parte dell’amministrazione locale alla loro istanza presentata via PEC in data 8 marzo 2020. Le due associazioni si sono fatte carico dei dubbi e delle richieste di quella parte di popolazione che ha a cuore la sorte di quei pini pluridecennali che sono stati abbattuti e che rischiano di essere ancora abbattuti senza apparente ragione. Continua dunque il nostro interesse, anche come giornale, per le sorti del verde vesuviano, nel caso specifico di queste righe per quello di Cercola, già oggetto di attenzione da parte degli attivisti e della nostra testata.
Chi vivrà, al netto del solito “abbiamo ben altro a cui pensare”, vedrà!
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