Cronache dalla quarantena #3
(Oggi) Ventiduesimo giorno di quarantena, ventidue giorni di rispetto delle regole in un marasma di stupidità e anarchia, ventidue giorni di impotenza, ma anche ventidue giorni di lavoro domestico e resistenza.
Giorno 22
“Up patriots to arms engagez-vous …”
Franco Battiato
Con un salto di due giorni continuo la cronaca un po’ sgangherata di questo teatro dell’assurdo al quale mi trovo ad assistere mio malgrado. Due giorni di pausa relativa, nei quali mi sono guadagnato un po’ di stipendio, correggendo e preparando compiti per i miei studenti. Due giorni di cifre in ascesa che portano l’Italia a superare la Cina per numero di vittime da corona virus.
3.405 decessi alle 22:15 di ieri sera, 33.190 i positivi e 4.440 i guariti; per chi non ha conosciuto la guerra come me, temo che stiamo incominciando a farcene un’idea. Non avendo però altri termini di paragone rimango ottimista ma comunque stupito dalla grande capacità dei miei consimili, anche in questi frangenti, nel continuare a seguire beghe che hanno più del calcistico che dell’essenziale; ma forse è meglio così, meglio che vadano dietro le loro chimere, tutto sommato, vista la situazione angosciante, forse è meglio che la gente pensi ad altro e si distragga e vada dietro coloro che del piagnisteo ne hanno fatto un’arte.
In genere, quando uno offende o sa di farlo, colpisce là dove sa di cogliere il bersaglio, per cui, se ti senti offeso nell’essere definito provincialista, non ti comporti come tale ma ti dimostri superiore, altrimenti non fai altro che confermare l’assunto di chi ti offende. Questo accade da due giorni in quella corte dei miracoli che è diventata la Rete.
In piena pandemia, discutere sul primato del protocollo di un farmaco che potrebbe agevolare la guarigione dal covid 19, è provincialismo ma è anche stupidità, e lo è ancor di più quando tale protocollo è stato proposto all’Italia proprio dalla Cina, questa sì prima in assoluto nel metterlo in pratica e, come scienza vuole, nel metterlo a disposizione della comunità scientifica internazionale; ma si sa, il tifo in questo paese va ben oltre le mura degli stadi, lo abbiamo nel sangue, ed ecco che la questione diventa nazionale e in maniera irrispettosa si sovrappone alle sofferenze e alla morte; stupide galline che si azzuffano per niente … siete come sabbie mobili, tirate giù.
Tra una pausa e l’altra della mente è forte la tentazione poi di andare a monte della situazione in cui ci troviamo, anche perché, chi mi impone in pratica una sorta di coprifuoco, obbligandomi ad una quarantena quasi totale, dovrebbe essere immune da responsabilità e ce ne sono di sicuro, visto dove siamo andati a finire. Qualcuno avrà infatti sottovalutato la situazione, agendo solo dal 30 gennaio in poi, a cose già fatte, con un’epidemia ormai irrefrenabilmente avviata. Qualcuno avrà pensato che bloccare i voli dalla Cina, senza considerare gli scali poteva essere un’azione sufficiente; così come permettere che studenti e precari scendessero da Nord a Sud diffondendo anche al Meridione il virus, ma siccome il mal comune è anche il mezzo gaudio, e vista la sottovalutazione mondiale della situazione, tutti colpevoli: nessun colpevole e al limite le responsabilità le stabiliranno gli storici e oggi è forse meglio mettere da parte la ragione ed attenerci alle regole degli sceriffi.
Ma anche il “Cura Italia”, nuovo decreto governativo che prevede compensazioni per chi sarà costretto a lavorare durante l’epidemia, e soprattutto in favore di chi sarà danneggiato da questa ci fa pensare; queste spese giuste e straordinarie saranno ripagate poi con maggiori sacrifici da parte di tutti noi che, fortunati per esserne usciti indenni, dovremo affrontare il nostro dopoguerra. Chi ci governerà allora potrà sicuramente addossare la colpa dei nostri sacrifici e delle misure drastiche, e che sicuramente adotteranno, a chi li ha preceduti o se saranno gli stessi faranno appello all’ineluttabilità di tali misure.
Dovremmo cambiare il nostro stile di vita, dovremmo e dobbiamo essere più parchi perché non è solo un governo che ce lo chiede, e ce lo chiederà ancora, ma sarà anche la natura a pretenderlo, nella speranza che si capisca il suo richiamo, prima che questo divenga un grido d’allarme, se non ancora uno di disperazione.
La giornate continuano a rispettare le previsioni stagionali ed oggi che inizia la primavera astronomica, più che mai il sole splende e scalda i nostri animi ma a Bergamo è una tragedia e non hanno neanche più lo spazio per seppellire i morti che saranno traslati dall’esercito fuori provincia. Anche le serate sono miti e anche gli irriducibili, quelli dei fuochi artificiali ad ogni costo, quelli del gioco pirotecnico del sabato e della domenica, ma anche il lunedì e il martedì, sembra si siano rassegnati alla calma e la pace domestica, io del resto non credo nelle leggende metropolitane che vorrebbero quei fuochi come festeggiamento di chi è uscito da galera o dell’arrivo di una nuova partita di droga, anche perché se tutti sono convinti e consci di questa cosa dovrebbero esserlo anche a maggior ragione le forze dell’ordine ed intervenire, quindi, pur conoscendo l’elasticità normativa e repressiva del crimine qui da noi, propendo per la pura e semplice scostumatezza di chi per festeggiare qualsiasi cosa spara fuochi e se ne fotte di tutto e di tutti, perché degli altri non se ne frega un cazzo, perché pure l’ate ‘o fanno e così sia.
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