Elezioni comunali a Sant’Anastasia: non si può fare di tutta un’erba un fascio!
Sulle elezioni anastasiane aleggia un fantasma, un convitato di pietra che altri non è che la questione morale. Una questione fin troppo accantonata nell’angolo dell’opportunismo e della connivenza, figlia di un relativismo politico e morale che mette tutti sullo stesso piano; e per tale motivo i membri di Neanàstasis decidono di dire la loro con questo interessante e incisivo articolo.
La Redazione
Abbiamo letto su IlMediano.it l’intervista rilasciata dal prof. De Simone sulle elezioni comunali di Sant’Anastasia
Ci ha molto colpito che in quella intervista né la giornalista né il prof. De Simone non abbiano fatto alcuno accenno alla grave questione morale che, come uno tsunami, negli ultimi tredici anni ha devastato la vita politica e sociale della nostra comunità: tre commissariamenti prefettizi, due sindaci (legati strettamente tra loro da vincoli politici e di parentela) arrestati per gravissimi reati di tangenti e di concorsi truccati, un funzionario comunale arrestato, un segretario comunale e un giovane consigliere comunale anch’essi arrestati. Sono fatti a cui finora solo le cronache di certi comuni permeati da mafia e camorra ci avevano abituati.
I fatti giudiziari di Sant’Anastasia hanno però una valenza forse ancora più grave perché hanno instillato nel profondo delle coscienze di molti cittadini un concetto della politica che non è quello basato sulla legalità e sulla ricerca del bene comune ma, al contrario, sul ricorso alla richiesta di piaceri personali (spesso anche illegali), assecondati da una politica compiacente che con questi espedienti cerca il proprio consenso. Insomma, un circolo vizioso che se non si interrompe spegnerà definitivamente ogni speranza di futuro per i giovani della nostra città.
Tutto questo è ben riassunto in un passaggio dalla Lettera ad una professoressa del priore della Scuola di Barbiana, don Lorenzo Milani: «Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia».
Ci ha, quindi, molto turbato che una persona di cultura come il prof. De Simone non abbia avvertito la necessità di stigmatizzare questi fatti e, anzi, alla domanda “cosa ne pensa della campagna elettorale in corso nella sua città” abbia risposto in maniera lapidaria: “un film già visto”, mettendo così tutti e quattro i candidati a sindaco sullo stesso piano. Anche se non si ravvisano illiceità sulle candidature, è evidente che in un paese normale coloro che sono stati protagonisti di questi gravi episodi e tutti coloro che li circondavano come fedeli luogotenenti, avrebbero dovuto fare un passo indietro per consentire un serio rinnovamento della classe politica. Cosa che non è avvenuta, se non per sporadici casi.
Nell’intervista poi, il prof. De Simone cerca di entrare nel merito delle cose da fare e si chiede, giustamente, quale sia la vocazione futura di Sant’Anastasia. Nello specifico auspica una città più vivibile, con una migliore viabilità, più centri di aggregazione, etc. Tutte cose condivisibili che per realizzarle sarebbe innanzitutto necessario che i cittadini selezionassero una classe dirigente capace di analizzare i problemi, progettarne soluzioni condivise, trovare i finanziamenti necessari e stilare un programma attuativo a medio e lungo termine tenendo conto delle diverse priorità. Anche su questo non si può fare di tutta un’erba un fascio e invitiamo tutti a leggere i programmi dei vari candidati e a guardare alla loro storia per farsi una opinione della loro attendibilità. Quando, ad esempio, il prof. De Simone auspica l’approvazione del PUC, pena l’intervento di un commissario ad acta, dovrebbe anche sapere che in 10 lunghi anni l’incapacità di approvare il PUC è stata una partita interamente giocata in casa degli ex sindaci Esposito-Abete. Su una cosa però concordiamo con la sua analisi; quando dice che “non è certo una prospettiva esaltante per una città che ha un indice di costruito di gran lunga superiore alle necessità”. Anche su questo punto però, a fronte di dati oggettivi di una saturazione del bisogno abitativo e del grave problema del rischio Vesuvio (che il prof De Simone come archeologo conosce molto bene) c’è qualcuno che dell’edilizia a tutti i costi ne ha fatto un cavallo di battaglia parlando alla pancia dei cittadini contro la zona rossa e facendosi paladino dei condoni (per fortuna non trovando nessuna sponda a livello regionale e nazionale).
Vorremmo concludere queste nostre poche osservazioni riferendoci ad una affermazione riportata nell’intervista: “Ma chi si candida a guidare un paese dovrebbe sollecitare la partecipazione di chi potrebbe dare molto e di più alla comunità». A tale proposito è ancora il caso di citare una frase di don Lorenzo Milani che, come è noto, cercava di educare i suoi ragazzi ad una visione nobile della politica. Diceva don Milani: “a che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?”.
Ci chiediamo, quindi, a che serve che persone di cultura si preoccupano, come fece Ponzio Pilato, di tenere le mani pulite senza dare nessun contributo alla cosa pubblica e senza riuscire, in un momento così difficile per la vita della città, a fare da influencer, come il prof. De Simone stesso dichiara.
L’indifferenza o giudizi qualunquistici che finiscono per appiattire tutto è la cosa più grave che possa avvenire perché inculca nelle persone l’idea che la politica è tutta marcia e che uno vale l’altro. La mala-politica si nutre proprio di queste ambiguità perché in questo modo riesce a mimetizzarsi e a raggirare i cittadini.
Insomma, non è un bel contributo che si possa dare perché….. “il sonno della ragione genera mostri” (Francisco Goya).
Associazione civica neAnastasis
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