Ercolano, incendio in via Filaro

Incendio presso via Filaro ad Ercolano (foto di G.Gallo)

Dopo Via Montagnelle 2, una quindicina di giorni fa a Torre del Greco, ora l’incubo degli incendi tocca un altro luogo simbolo dello scempio ambientale vesuviano, via Filaro ad Ercolano.

Le fiamme si sono sprigionate nella tarda mattinata di oggi tra la sterpaglia e il canneto che costeggia l’angusta e malridotta via di campagna che sale da via Castelluccio fino alla discarica dell’Ammendola e Formisano. Questa strada è purtroppo tristemente nota per essere un luogo di smaltimento illegale di rifiuti nonché di roghi tossici derivanti dal bruciamento degli stessi.

Più volte abbiamo cercato di mettere in risalto le criticità presenti alle Lave Novelle di Ercolano che, assieme alla summenzionata via Castelluccio e via Focone, risultano essere uno dei contesti ambientali più compromessi del Vesuviano ed inserito prima tra i SIN e poi tra i SIR campani (Siti di Interesse Nazionale e Regionale) e, cosa non di poco conto, compresa in area parco e ZSC (Zona Speciale di Protezione del sistema normativo di tutela ambientale europeo denominato Natura 2000).

In questo luogo si bruciano i rifiuti ma spesso, a raggiungere questi, sono le fiamme delle sterpaglie che, ormai, a due mesi circa dall’ultima pioggia e lo stato incolto dei terreni, incominciano ad essere un reale pericolo che incombe anche quest’anno su quel che resta dei boschi e delle colture nel Parco nazionale del Vesuvio.

Solo l’intervento di un privato cittadino, un attivista dell’Associazione Primaurora, che ha prontamente chiamato il 1515, ha fatto sì che le fiamme non si estendessero e raggiungessero il grosso dei cumuli di rifiuti lì presenti o che l’incendio prendesse le preoccupanti dimensioni degli anni passati.

Ci troviamo di fronte ad uno dei tanti esempi di quanto ci sia ancora da fare per monitorare e proteggere un territorio, quello del PNV, poco esteso ma fragilissimo dal punto di vista ambientale, ma soprattutto a forte rischio incendio per la sua densa antropizzazione. Sul territorio esistono numerose associazioni di protezione civile abilitate alle operazioni di antincendio e l’ente parco ha stipulato anche quest’anno una convenzione con i Vigili del fuoco ma ciò che realmente manca è la vera prevenzione, che consta di più azioni, come i lavori di AIB (AntIncendio Boschivo, spesso realizzati solo sulla carta o limitati nello spazio e nel tempo); ma soprattutto il controllo del territorio; l’obbligo della pulizia dei fondi da parte dei proprietari e soprattutto, come accaduto in via Montagnelle 2 a Torre del Greco, l’avvistamento degli incendi da parte di chi realmente conosce e vive il territorio.

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