Ercolano: pecunia non olet!
In tempi di ristrettezze economiche, in contesti dove la spesa pubblica è ridotta all’osso ci si aspetterebbe che tutti, soprattutto chi ha fatto dell’onestà il suo cavallo di battaglia, stringessero la proverbiale cinghia e facessero sì che la cosa pubblica fosse un po’ meno privata e non appannaggio dei soliti, mai come in questo caso, eletti ed intoccabili rappresentati del popolo.
Il caso eclatante nasce ancora una volta ad Ercolano, ma stavolta a essere al centro dell’attenzione non è il solito PD, o meglio, non è soltanto lui, ma tutti i partiti di maggioranza ed opposizione che occupano gli scranni della casa comunale in corso Resina. Accade infatti che, neanche ad un mese dall’interessante convegno sul fondo di perequazione “Il Sud conta”, dove si è messo in luce la grave situazione economica in cui versa la cittadinanza ercolanese; condizione per la quale, per il solo 2019, alla città spetterebbero oltre 4 milioni di euro da investire in politiche sociali e per l’infanzia e che invece latitano altrove, si continui ad essere spettatori dello sperpero di denaro pubblico. Si resta infatti interdetti davanti ad alcuni atteggiamenti che, se non fossero considerati ormai la norma, provocherebbero presso altre latitudini veri e propri scandali, pregiudicando le sorti politiche e la credibilità dei protagonisti.
Girano infatti da settimane sui social ercolanesi le foto e le conseguenti polemiche relative ad alcuni verbali delle commissioni consiliari che evidenziano come tutti i consiglieri della città degli Scavi riescano a maturare il gettone di presenza di € 42,95 anche per soli quindici minuti di “lavoro” e non finisce qui! Infatti riusciamo a reperire anche una mozione presentata dal consigliere pentastellato Gennaro Cozzolino, in cui avviava una vera e propria questione morale sulla “riduzione del valore unitario dell’indennità di presenza dei consiglieri comunali e degli stipendi sia della giunta comunale che del presidente del consiglio comunale”; dove si evidenziava l’immoralità, se non l’inopportunità, degli elevati costi della politica locale, principio che sembra ora aver smarrito sulla via di villa Maiuri.
Ma non basta ancora! Infatti, come accennato sopra, i social, e non solo, hanno messo in luce la pratica ecumenica dei consiglieri comunali nel partecipare ad oltre trenta commissioni al mese e taluni a più commissioni al giorno, raggiungendo ogni volta l’importo massimo liquidabile di 1.216,00 euro al mese. Fin qui ancora nulla di illegale ma se a tutto ciò aggiungiamo il fatto che i gettoni di presenza ad Ercolano sono tra i più alti del Vesuviano ci si pone la domanda di quanto valga la coerenza e la credibilità di chi ci amministra e quale sia l’utilità di tali commissioni.
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