La macchina dell’antincendio in Campania
La scorsa estate è stata una delle più critiche degli ultimi tre anni per quel che riguarda la questione incendi, il nostro patrimonio boschivo è comunque costantemente a rischio e la forte antropizzazione del territorio peninsulare non fa altro che aumentare il rischio di mandare in fumo un patrimonio paesaggistico e naturale inestimabile.
Purtroppo non mancano leggende metropolitane e disinformazione sulla questione incendi e il dogma è quello del dolo come causa unica e indiscutibile dello sprigionarsi delle fiamme e il complottismo, come accade per molte altre questioni nazionali, impera su questioni, molto spesso, molto più semplici da spiegare. Per tale ragione, mentre in passato abbiamo cercato di analizzare le cause reali degli incendi, in particolar modo quelli vesuviani, ora cerchiamo di capire qual è lo stato dell’arte e quali sono le competenze istituzionali relativamente al territorio regionale.
Il ruolo della Regione
Fonti ministeriali ci offrono alcuni interessanti chiarimenti, tra questi ribadiamo che le aree protette statali sono dotate di un proprio piano AIB (AntIncendio Boschivo) pluriennale, che si rinnova ogni 5 anni e che viene aggiornato con una relazione annuale da parte degli enti che le amministrano. Per quel che concerne invece lo spegnimento degli incendi boschivi sul territorio nazionale, anche all’interno delle aree protette statali, è opportuno sottolineare che la normativa corrente attribuisce alle Regioni le attività di previsione, di prevenzione e di lotta attiva contro gli incendi boschivi con mezzi di terra e aerei e con l’obbligo di dotarsi di un piano regionale per contrastare suddetti incendi.
“In tali Piani – secondo quanto veniamo a sapere – vengono individuati, tra l’altro, gli interventi per la previsione e prevenzione degli incendi anche attraverso sistemi di monitoraggio satellitare; la consistenza e la localizzazione dei mezzi, degli strumenti e delle risorse umane, nonché le procedure per la lotta attiva contro gli incendi boschivi; la consistenza e la localizzazione delle vie di accesso e dei tracciati spartifuoco nonché di adeguate fonti di approvvigionamento idrico; le operazioni selvicolturali di pulizia e manutenzione del bosco; le esigenze formative e la relativa programmazione; le attività informative; le previsioni economico-finanziarie delle attività previste nel Piano stesso.” Nutriamo seri dubbi sulla “consistenza e localizzazione delle vie di accesso e dei tracciati spartifuoco” l’inesistenza dei quali fu già segnalata all’indomani del grande incendio del 2017.
Le altre parti in causa
Le attività di prevenzione e lotta agli incendi boschivi sono coordinate quindi direttamente dalle regioni mediante un’organizzazione articolata e che coinvolge varie parti in causa. Attualmente i compiti che prima erano attribuiti al Corpo Forestale dello Stato in tema di contrasto attivo agli incendi boschivi sono stati riassegnati al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (ex D.Lgs. n. 177/2016) che, di concerto con l’amministrazione regionale, ha il compito di gestire i mezzi aerei della flotta nazionale stanziati presso il C.O.A.U. (Centro Operativo Aereo Unificato, di pertinenza del Dipartimento della protezione Civile), con personale proprio.
Per quanto riguarda, nello specifico, il fenomeno degli incendi boschivi nella Regione Campania, va detto che questa ha stipulato alcune convenzioni per attuare gli interventi di contrasto agli incendi boschivi e quelli cosiddetti di interfaccia, in particolare con il Corpo dei Vigili del Fuoco, con la SMA Campania (Società di Sistemi per la Meteorologia e l’Ambiente) e con le organizzazioni di volontariato di Protezione Civile. Inoltre, ai sensi della normativa regionale in campo forestale, la Regione Campania ha anche il coordinamento degli interventi di prevenzione e difesa dei boschi dagli incendi, delegati alle Comunità Montane e alle Amministrazioni Provinciali, inclusi in appositi Piani annuali di forestazione e bonifica montana, predisposti e realizzati dai suddetti Enti delegati, finanziati con le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC 2014-2020) messe a disposizione della Regione Campania grazie alla delibera CIPE n. 26 del 10 agosto 2016 con cui è stato approvato il “Patto per lo Sviluppo della Regione Campania”, in cui è incluso anche il progetto strategico denominato “Interventi sulle green infrastructures forestali regionali nell’ambito dei Piani di forestazione e bonifica montana degli Enti Delegati”.
I mezzi a disposizione
Durante il periodo di massima pericolosità, individuato dal 1° luglio fino al 30 settembre 2020, la Regione ha reso disponibili per il contrasto agli incendi boschivi sette elicotteri (1 bimotore e 6 monomotore), dislocati nelle basi di Bellizzi, Fisciano, Centola e Ogliastro Cilento, Mercogliano, Cellole e Torre Annunziata. Nel restante periodo dell’anno resta operativo l’elicottero bimotore, di base a Bellizzi. Nello stesso periodo hanno operato in media, 140 squadre e 570 uomini, tra personale regionale e personale AIB di SMA Campania S.P.A., degli Enti delegati (Province e Comunità Montane) e dei Vigili del Fuoco, oltre al supporto garantito dal volontariato AIB di Protezione Civile.
I dati della stagione 2020
Durante il 2020, fino al 30 settembre, in tutta la Regione sono stati registrati 2.268 incendi, tra boschivi e non boschivi, mentre nel solo periodo di massima pericolosità si sono registrati, in tutto il territorio regionale, 1.931 incendi, dei quali 781 boschivi. In particolare, nelle Province di Napoli e Caserta, dal 1° gennaio 2020 al 30 settembre 2020 si sono verificati 442 incendi; di questi 365, dei quali 157 boschivi, si sono verificati nel periodo di massima pericolosità. Nel periodo 1° luglio 2020 – 30 settembre 2020, in provincia di Napoli, su un totale di 103 incendi, 58 sono stati quelli boschivi, con una media giornaliera di poco più di un incendio al giorno. Nel medesimo periodo, in provincia di Caserta, su un totale di 262 incendi, quelli boschivi sono stati 99, con una media giornaliera di circa 3 incendio al giorno.
Il Parco Nazionale del Vesuvio e quello regionale dei Monti Lattati
Relativamente agli incendi boschivi che hanno interessato il Parco Nazionale del Vesuvio e il Parco Regionale dei Monti Lattari durante la scorsa stagione estiva, la Regione ha comunicato i dati elaborati dal DSS (Decision Support System), sistema di supporto alle decisioni utilizzato nel territorio regionale per la gestione degli interventi AIB.
Per quanto concerne, più nello specifico, il numero degli incendi ricadenti nel Parco Nazionale del Vesuvio nel periodo 1° gennaio 2020 – 30 settembre 2020, sono stati in totale 27, di cui 14 boschivi. Questi ultimi hanno interessato una superficie di 3 ettari. Si segnala, pertanto, che il Parco Nazionale del Vesuvio ha predisposto il nuovo piano AIB 2020-2024 che è stato trasmesso al Ministero dell’ambiente per l’iter istruttorio previsto dalla L. 353/2000. Ad oggi è pervenuto il parere dei Carabinieri forestali e si è in attesa di quello dei Vigili del fuoco. Il numero di incendi ricadenti, invece, nel Parco Regionale dei Monti Lattari, nel medesimo periodo, sono stati in totale 36, di cui 27 boschivi. Questi ultimi hanno interessato una superficie pari a 89,39 ettari.
Per quanto concerne il restante territorio regionale, il più colpito è stato quello ricadente nel Comune di San Lorenzello (BN) con un evento che si è protratto dal 5 al 12 settembre. Nel Comune di Camerota il giorno 19 settembre un incendio si è esteso per 120 ha. Il giorno 20 settembre un incendio molto esteso ha riguardato anche il territorio del Comune di Piana di Monte Verna.
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