La Pace per il mondo di oggi.

Gianni Morandi canta per la pace a Bologna (foto fonte Fanpage)

Bologna, Piazza maggiore gremita nella sera del 25 febbraio 2022, uomini e donne coperti dai colori della pace cantano insieme a Gianni Morandi “C’era un ragazzo”. Il video arriva al sito Ansa e inizia a circolare fino ad arrivare ai nostri canali mentre le impressioni e le sensazioni avanzano con venti diversi: si può guardare con scetticismo il desiderio di cantare, il desiderio di esibizione o di esibizionismo (la cifra del millennio narcisista) così come con scetticismo si leggono post Facebook o Twitter scritti alla rinfusa e male assortiti di informazioni e soprattutto pareri non richiesti.

Si faccia attenzione in tempi che male odorano di totalitarismi e violazioni dei diritti umani, non è in discussione la sacro santa libertà di pensiero e di parola, alti vessilli del nostro Occidente, piuttosto è lecito credere che questo desiderio di espressione sia ben diverso da quello che spingeva i movimenti pacifisti hippie degli anni ’60 a manifestare contro la guerra in Vietnam, a unire i giovani del mondo intero contro una guerra che non sentivano propria e nel nome di valori che invece li univano al di là di ogni confine o nazione. Il dubbio, per dirla con più chiarezza, è che il desiderio principale sia quello di essere al centro, di essere esposti, come ogni giorno ci esponiamo con post e stories su Instagram che immortalano la nostra faccia o la nostra cena, di esibirci e di vedere riflessa la nostra immagine nello specchio d’acqua social mentre in gioco ci sono vite spezzate e tormentate a “pochi passi” da noi, nella terra ucraina che ci dà gas naturale, mais, grano e persino i fertilizzanti.

Ma come la guerra ha sempre più di una faccia, lo stesso accade per la Pace e nel primo episodio della storia recente in cui queste due forze si misurano e si alternano bisogna tirare alcune somme: Putin può essere accostato nei fatti ad alcuni dei personaggi più macabri e tristi di tutta la storia umana e la sua aggressione a un Popolo innocente non è che il frutto di un maniacale senso di rivalsa e di onnipotenza con la sostanziale differenza, però, che a circondarlo è un mondo consapevole e lucido, che al di là delle sue pecche e dei suoi vizi si è dimostrato a livello simbolico e di immaginario più solidale che mai: a essere gremita non è solo Piazza Maggiore a Bologna, ma lo sono diverse piazze della stessa Mosca, di San Pietroburgo, non si contano le manifestazioni in Europa o negli Stati Uniti d’America. Non c’è consenso per il male e per la guerra, non c’è il silenzio-assenso che ha segnato invece le prime pagine del fascismo o del nazismo: leggere di Anonymous (il collettivo di Hacker più grande al mondo) che mette in crisi il sito della Difesa russo, di PornHub che nega agli utenti russi l’accesso ai suoi video mentre rilancia messaggi di solidarietà per l’Ucraina, di Facebook che rallenta i server russi negando loro la navigazione, delle diverse associazioni benefiche che aprono donazioni per il popolo ucraino, alimenta un senso di appartenenza che prescinde dall’origine etnica o dalla politica stessa. È il mondo che spinge per la pace, che si informa non solo per la paura o il terrore o il desiderio di postare, ma anche per potere rivolgere un pensiero gentile a chi combatte per la vita.

Gianni Morandi è su un palco, in mezzo a una piazza piena di persone, non c’è più il fantasma di Narciso, sta intonando le parole: C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. Girava il mondo, ma poi finì A far la guerra nel Vietnam. Capelli lunghi non porta più Non suona la chitarra ma Uno strumento che sempre dà La stessa nota “tatatata”. La guerra si ripete ma con lei si ripete e si ripete più forte il desiderio di Pace, “tatata”.

Di Iolanda Nunziante

 

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