Le tre cime del Vesuvio

Punta Nasone e i Cognoli di Ottaviano fotografati dal Gran Cono del Vesuvio (foto di C.Teodonno)

Punta Nasone, i Cognoli di Ottaviano e il Vesuvio, le tre vette del complesso vulcanico Somma/Vesuvio, un’esperienza unica per vivere in un solo giorno la natura e la bellezza del Parco Nazionale del Vesuvio.

Quella che ci accingiamo a descrivere è probabilmente l’escursione più impegnativa che si possa fare il ambito vesuviano e dovendola fare giocoforza d’estate, per avere più ore di luce solare a disposizione, bisognerà fare i conti anche con il calore e la forte umidità del bosco mesofilo vesuviano. Consigliamo di farla tra maggio e giugno, evitando in tal modo che la rigogliosa selva vesuviana non diventi l’intricata foresta dove rovi e robinie di luglio/agosto che complicheranno non poco il passaggio lungo i sentieri.

Ad ogni modo è una fatica che vale la pena affrontare e che ci permetterà di portare a casa un compendio di quanto di meglio possano offrire il Vesuvio, il Somma e la loro area protetta.

Inutile dire che per farlo bisogna essere preparati fisicamente e ben equipaggiati dove l’acqua sarà l’elemento fondamentale che vi permetterà di raggiungere la meta finale di quest’itinerario; portatevene quanta più potete anche a rischio di appesantire lo zaino poiché lungo il percorso non ci saranno, come in nessun altro posto sul Vesuvio, fonti di approvvigionamento. Almeno cinque litri per persona potrebbero essere un elemento indicativo, da accompagnare con la frutta per recuperare sali minerali e altri liquidi persi per il caldo della giornata.

L’escursione, che può durare più di 10 ore, è lunga circa 23 chilometri, con un dislivello di +1.782-1.786 m. è in pratica un Periplo alto e può partire da San Sebastiano o da Ercolano, nel secondo caso vi risparmierete un dislivello di circa 400 metri, che non sono pochi nel computo totale dei saliscendi di questo itinerario, che vi porterà prima su Punta Nasone (1.131 m.), il punto più alto della caldera del Somma; poi sui Cognoli di Ottaviano (1.112 m.) e infine, biglietteria e orari permettendo, potremmo salire sul Vesuvio (1.281 m.).

Ad ogni modo, partendo da Ercolano, ovvero dal cancello sulla Strada Provinciale, dovrete farvi aprire il cancello da qualcuno del PNV altrimenti, l’unica alternativa sarà quella di partire da San Sebastiano al Vesuvio (via Panoramica Fellapane) o da Massa di Somma (via Gramsci) e intraprendere da lì il Sentiero delle Capre che vi porterà sul sentiero n°3. Da qui si prende la salita che conduce alle prime creste dei Cognoli di Giacca ai quali seguiranno quelli di Trocchia e Sant’Anastasia fino a quelli di Somma dove raggiungerete Punta Nasone e la spettacolare visione del Gran Cono dal “Ciglio”.

Al di sotto della Cappellina della Mamma Pacchiana si scenderà seguendo il sentiero che a zig-zag porta alle baracche della “Traversa” dove si potrà individuare, scendendo sulla destra, in direzione prima sud e poi, seguendo i tornanti, verso est, lo Stradello di connessione, arbitrariamente denominato “Spartakus”. Quest’itinerario di 2,5 km, alquanto malridotto, proseguirà fino ad incrociarsi col sentiero N°2 e, in questo caso, contrariamente al Periplo (che andrà in direzione Largo Prisco), giunti ad una sbarra metallica, si svolterà a destra e si proseguirà verso l’alto dei Cognoli di Ottaviano.

Il percorso dei Cognoli è facilmente interpretabile, sale infatti fino ai 900 metri lungo un sentiero ampio e fatto di tornanti. Giunti al bivio di quota 900, dove troverete i resti della segnaletica verticale del parco, svoltate a destra in direzione nord-ovest per raggiungere il “Belvedere” dei Cognoli di Ottaviano, splendida balconata con panorama sul Vesuvio, la Valle dell’inferno e Punta Nasone, e spesso confuso proprio con il punto più alto del Somma. Da qui si sale sulla sinistra lungo la ripida, difficile ma breve salita di materiale piroclastico che ci porterà sul punto più alto dei Cognoli di Ottaviano. La cresta dei Cognoli, benché esposta, è facilmente affrontabile rispettando le regole minime della prudenza e del buon senso ma in questo, come per altri percorsi vesuviani, consigliamo sempre di andare accompagnati da valide e qualificate guide e visionare il percorso su mappe IGM prima di avventurarsi in un qualcosa che potrebbe non essere alla vostra portata. Ad ogni modo, discesa la cresta, fatta di sabbione piroclastico alternato a rocce laviche, si raggiunge un punto in asse con la svolta presa a quota 900 (utile by-pass da tenere in conto in caso di emergenza), da qui, a pochi passi, in direzione sud-est raggiungerete un punto lievemente pianeggiante della cresta, esposta sulla destra e con uno splendido affaccio verso il Gran Cono. Qui troverete una discesa che va verso valle, scendendo il primo tratto, questo è roccioso e assai sdrucciolevole e va affrontato con cautela ma poi diventa più gradevole affondando gli scarponi nel lapillo e, prestando sempre molta attenzione, giungerete fino al fondo della Valle dell’inferno.

A questo punto siete a più della metà dell’escursione ma dovrete affrontare una Valle dell’inferno ormai all’altezza del suo nome per l’arsura che troverete e senza riparo alcuno per l’assenza di alberi a fare da ombra, ormai tutti morti e caduti a causa del terribile incendio del luglio 2017. Bisognerà infatti prendere il sentiero che a destra dell’Occhio del diavolo (sorta di arco naturale) va in direzione sud-est attraversando tutta la Valle fino ad incrociare la staccionata del sentiero N°5, quello che porta al Gran Cono.

Dal N°5 si raggiunge facilmente il rifugio Imbò (direzione nord-ovest) e la strada comunale che porta ai famigerati tornelli di Quota 1000, e al sentiero per il Cratere. Per accedere al Gran Cono è necessario l’acquisto di un biglietto on-line, personale e non cedibile ma, per il fatto di non avere certezza dell’orario di arrivo a Quota 1000 e considerato che il varco, durante il periodo estivo, chiude alle 18.00 e che l’accesso è consentito da mezz’ora prima a un’ora dopo rispetto alla fascia oraria selezionata, non è garantita l’ascensione al Cratere. In altri tempi sarebbe stato possibile accedere anche dal versante di Ottaviano (direzione sud-est) e fare il biglietto al momento e sul posto, ma ad oggi, quel percorso è interdetto così come non è possibile fare il giro completo del bordo del Vesuvio, passando per il margine orientale del Cratere, lì dove si trova il punto più alto del nostro vulcano.

Qualora si riuscisse a salire sul Vesuvio da Quota 1000 nel versante di Ercolano, il percorso non sarà complicato, ma ci saranno un bel po’ di chilometri e dislivello nelle gambe a farsi sentire. Ad ogni modo, varcati i tornelli, ci si affida alle Guide Vulcanologiche e si percorrerà un tratto di 1,8 chilometri (sola andata) con un dislivello di circa 200 metri.

Per il ritorno, dipenderà dove avete lasciato l’auto, l’opzione è quella di prendere una delle navette presenti in zona od organizzarsi con una o più auto per fare da spola con le altre parcheggiate più a valle.

 

NB: Questa è la descrizione di un possibile itinerario ma che al momento non è completamente percorribile in taluni tratti, per i quali è necessario un permesso da parte dei CCFF o dell’Ente Parco, come chiaramente specificato e sottolineato nell’articolo. A tal proposito faccio notare che chiunque infranga le regole della riserva amministrata e controllata dai militari del Raggruppamento Carabinieri Biodiversità del Reparto Biodiversità di Caserta è passibile di sanzioni penali.

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