L’ebbrezza della velocità

Guida pericolosa (foto fonte web)

Relegare gli incidenti stradali ad una problematica cagionata esclusivamente da alcol e droga significa non conoscere il problema o far finta di non conoscerlo.

Effettivamente guidare in stato di ebrezza o sotto l’effetto degli stupefacenti, non è solo deprecabile ma è sicuramente criminale, ma ridurre esclusivamente a queste due cause gli incidenti stradali è cattiva informazione.

A dircelo sono i dati statistici ufficiali che contrastano con il luogo comune e la comunicazione sociale e politica attuata negli ultimi tempi che, davanti un aumento degli incidenti correlati all’uso di alcol e droghe, soprattutto tra i giovani ha lanciato subito un grido d’allarme. Correre ai ripari è giusto ma perché dimenticare che si muore ancora e soprattutto per l’uso improprio delle autovetture e il mancato rispetto del Codice della Strada?

Lungi da noi l’esaltare l’uso delle droghe e l’abuso di alcol ma non sarà che ridurre il problema ad alcolici e stupefacenti sia più facile che puntare invece il dito su auto sempre più veloci, atteggiamenti sempre più inappropriati ma culturalmente radicati e infrastrutture non a norma?

Secondo l’ultima relazione annuale al parlamento della situazione delle tossicodipendenze in Italia alle pagg. 438 e 439, si può leggere:

“… Nel corso del 2020 le circostanze alla base degli incidenti stradali con lesioni a persone, presunte o accertate dagli organi di rilevazione, sono state 151.562, in diminuzione (-32,2%) rispetto all’anno precedente (223.400), per il 40,2% riferite alla guida distratta, al mancato rispetto delle regole di precedenza o semaforiche e alla velocità troppo elevata (rispettivamente 15,7%, 14,5% e 10% delle cause totali). L’analisi temporale delle sole circostanze di incidente stradale legate allo stato psico-fisico alterato dei conducenti coinvolti evidenzia un aumento dei casi correlati alla guida sotto effetto di sostanze stupefacenti (Art.187 del CdS) ogni 100 incidenti stradali, che da 0,1 del 2001 passano a 1,4 del 2020; quelli legati alla guida in stato di ebbrezza alcolica (Art.186 del CdS), invece, passano da 1,2 a 4,4 ogni 100 nel 2020…”.

Quindi ci troviamo davanti ad un aumento irrisorio della casistica e, come al solito, i giovani vengono tirati in ballo per suscitare la pietas popolare.

Il rischio, a nostro modestissimo parere, è quello che l’enfasi data alle sostanze psicotrope possa distogliere l’attenzione, o meglio, fungere da alibi, alle nostre nuove e vecchie cattive abitudini che continuano a contravvenire al Codice della Strada e a quello del buon senso, ma anche una strizzata d’occhio all’industria automobilistica che, pur sfornando auto sempre più sicure, queste non possono non tener conto delle leggi della fisica e di un uso criminale dell’autovettura.

Ci sarà capitato tante volte notare il mancato rispetto delle norme, in città come sulle strade veloci, ma soprattutto avremo notato quanto sia diffuso e tollerato il tutto, l’uso dello smartphone ad esempio, nonostante gran parte delle tecnologie siano diventate di serie nelle nostre auto o comunque accessibili a tutti, questo viene usato nei modi più assurdi e pericolosi, per una “semplice” chiamata, ad arrivare poi alla funambolica digitazione di SMS o messaggi whatsapp o alla produzione e l’ascolto dei messaggi vocali durante la guida, il tutto con buona pace del vivavoce.

Il mito poi della velocità è un qualcosa di viscerale per noi italiani e chi si ferma allo stop è quasi sempre stigmatizzato come incapace e doppiato così come accade a chi si ferma davanti alle strisce pedonali con tutti i rischi del caso. Non parliamo poi del mistero buffo delle rotatorie, interpretate più a seconda delle pendenza e della potenza del veicolo che secondo normativa.

Per quel che riguarda poi le strade, inutile rimarcare le loro condizioni belliche e il rischio che comporta il loro stato precario, ovviamente unito alla nostra complementare inciviltà e la presunta immortalità di chi follemente le percorre.

Dati europei

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