LeU forse nasce, forse no. I napoletani Scotto e De Cristofaro alla ricerca del massimo e minimo comune denominatore
La sinistra in Italia dopo la scoppola dello scorso 4 marzo continua a non trovare pace. Mettendo da parte quello che accade in casa Pd, il segretario reggente si è dimesso nelle scorse ore e ci si prepara al congresso del prossimo anno, ci sono “movimenti” lentissimi alla sinistra del Pd.
Liberi e Uguali nasce? Si, forse e anche no. Ad oggi è tutto nella incertezza assoluta. Il cartello elettorale con Pietro Grasso leader che lo scorso 4 marzo ha superato di poco il 3% avrebbe dovuto trasformarsi in partito invece incomprensioni e diffidenze tra i due principali soggetti che lo compongono ne ritardano la nascita di un partito unico (che forse non nascerà mai).
I soci fondatori Articolo 1 MDP e Sinistra Italiana sono lontani e forse non si incroceranno. I primi contestano ai compagni di Sinistra italiana di voler creare per le prossime elezioni europee un nuovo cartello elettorale che rompe con la tradizione socialista, i secondi invece attaccano i cugini di Mdp di essere troppo in attesa di quel che accade in casa Pd e di non voler rompere con il socialismo europeo causa delle politiche pro austerity che ha caratterizzato negli ultimi anni l’Unione Europea.
Articolo 1 MDP, il soggetto politico che vede nei suoi principali rappresentanti il torrese Arturo Scotto chiede un congresso per fare chiarezza. “Per me LeU – scrive in un post sul sito di MDP – non è un bambolotto di pezza, ma un luogo di lotta politica. Nasce dalla convergenza di forze politiche diverse, ma è già, nei fatti, un contenitore che le supera, che promuove la mescolanza di culture politiche che fino a qualche anno fa si erano combattute. Dobbiamo cercare il massimo comune denominatore partendo dalle differenze, non il minimo comune denominatore annacquando le storie di ciascuno. Dichiararne la morte prematura in nome dell’ennesimo cartello elettorale o dell’appartenenza a un gruppo parlamentare europeo mi pare un errore grave. […] Un congresso può articolarsi anche su piattaforme diverse, su opzioni distinte per poi trovare una sintesi virtuosa. Non sta scritto da nessuna parte che debba rivelarsi un pasticcio o un compromesso al ribasso. Oppure in una corsa a chi si accaparra il simbolo. Sarebbe una visione maggioritaria del partito che non mi è mai appartenuta e che ho sempre combattuto. La democrazia o è confronto e pluralismo o semplicemente non è. Lo dobbiamo a noi stessi, che abbiamo diretto faticosamente (e compiendo anche tanti errori) questo processo politico. Abbiamo bisogno tutti di una verifica collettiva – conclude Scotto – perché tornare nei luoghi di partenza può apparire forse più rassicurante, ma non aiuta a crescere e cambiare. Aiuta solo piccole rendite di posizione“.
Peppe De Cristofaro, napoletano e tra i massimi esponenti di Sinistra Italiana fa il punto della situazione e rilancia una posizione che accomuna un po’ tutto un gruppo dirigente nazionale con un intervento sul sito del suo partito: “Qualche giorno fa il coordinatore di Articolo Uno Roberto Speranza ha proposto di celebrare il congresso fondativo di LeU, unico luogo deputato, a suo dire, per dirimere le controversie e le differenze tra di noi. […] Che in un congresso si può discutere e ci si può dividere su questioni di vario genere: puoi essere per il lavoro garantito o per il reddito di cittadinanza e puoi stare nello stesso partito, certamente. Ma se non sei d’accordo sui fondamentali, cioè su quale è la tua missione, su chi sono o non sono i tuoi alleati, è molto più difficile. Si potrebbe obiettare che ci sono, e ci sono stati, grandi partiti nei quali le differenze, anche molto profonde, hanno convissuto positivamente fino a produrre avanzatissime sintesi. […] Lo dobbiamo alla nostra gente, proprio per dargli un simbolo e un partito che non vanno in frantumi alla prima curva difficile. Per quanto mi riguarda, e credo che questo giudizio sia condiviso da gran parte del gruppo dirigente del mio partito, sono pronto a superare Sinistra Italiana. Sono pronto a convocare con altre e con altri il congresso fondativo di un nuovo partito di sinistra più grande e piu efficace del mio. Sono pronto a farlo però con una sola garanzia, quella di essere d’accordo sul minimo comun denominatore”.
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