Massa di Somma, lo stato precario dell’alveo Molaro
Siamo tornati ancora una volta sulle vie della monnezza, facendo stavolta tappa a Massa di Somma per riscontrare quanto sia stato fatto in questi mesi intercorsi tra i rilievi, l’esposto e l’eventuale azione delle autorità competenti. Inutile dire quale sia stato il risultato.
La scorsa estate e lo scorso autunno ci siamo più volte recati presso l’alveo Molaro percorrendo l’anello che sale da via Veseri e ridiscende l’alveo e il lagno detto appunto del Molaro; abbiamo più volte segnalato lo stato di quei luoghi, adibiti a discarica e in uno di questi nostri sopralluoghi abbiamo incontrato anche una pattuglia dei Carabinieri Forestali che probabilmente costatavano la consistenza delle nostre segnalazioni, pervenute anche al locale Centro Operativo della SMA Campania.
Purtroppo però non possiamo fare a meno di notare che la situazione di quei luoghi, all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio, permane nel medesimo stato in cui li trovammo sei mesi or sono, ovvero i margini della strada che va a monte, ricolmi di rifiuti di ogni tipo e, in alcune rientranze, vere e proprie micro-discariche tra le quali spicca quella che a mo’ di cascata scende verso il vallone del Carcavone, sul versante di Pollena.
Il rifiuto è ovviamente eterogeneo, prevale quello edile, con secchi di pittura ricolmi di vernici stantie o di calcinacci, guaine d’asfalto, cartongesso, blocchi di cemento, mattonelle ma anche infissi e mobilio, oltre l’immancabile rifiuto domestico e quello che i contadini del posto lasciano al vento e alle intemperie e qualche big bag di dubbia provenienza.
Speravamo di trovare una situazione migliore di quella che trovammo tra agosto e settembre ma evidentemente la strada della normalità per questi luoghi è ancora lunga e tortuosa ma noi non demordiamo, perché noi qui viviamo!
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