Masseria Valente, un nuovo crollo, affreschi in pericolo

“Da molti anni è ormai definitivamente abbandonato per il rischio di crolli, cosa che probabilmente avverrà tra non molto e di tutto ciò non resterà alcunché. Le ultime testimonianze del passato scompariranno in un cumulo blocchi di tufo, non ne avremo più memoria e sarà un peso in meno per chi forse avrebbe il dovere di preoccuparsi dei cosiddetti “beni culturali” sparsi nelle nostre terre.”

Questo è quanto scrivevo non molto tempo fa a proposito dei ruderi della masseria Valente in Pollena Trocchia. Mi scuso per essermi autocitato, ma purtroppo fin dalla prima volta che scrissi di questo piccolo tesoro dimenticato, o forse meglio dire ignoto, temo di essere stato un facile profeta.

La scoperta

Nei giorni scorsi, passandoci per caso e fermandomi per un sopralluogo di controllo, è risultato subito evidente che di recente parte della struttura è stata vittima di un crollo, e che ad un primo sguardo sembrerebbe essere limitato alla zona sovrastante il portale principale.

Ruderi Masseria Valente
Il portale d’accesso, si nota parte della volta crollata

Ciò mi ha riportato subito alla mente oltre alla mia (ripeto) facile profezia le recenti vicende della demolizione del villaggio Zaccaria di Giugliano risalente al XVII secolo, per il quale subito dopo l’inizio delle operazioni (regolarmente autorizzate e quindi note almeno da diversi mesi) sono iniziate le polemiche a tamburo battente, amplificate dai media e delle numerose condivisioni, di chi cade dal pero e si sveglia solo a cose fatte, ossia degli storici del sentimento come li definisce il noto blog Vetus et novus che si occupa di storia locale.

In fondo più o meno anche la Valente era un piccolo villaggio. Anche se oggi è poco leggibile, il complesso era molto più di una semplice masseria. Si trattava di un nucleo abitativo e produttivo autonomo impostato su due cortili, con forno, osteria, macello e una cappella pubblica intitolata a San Michele Arcangelo.

Ruderi Masseria Valente
L’accesso alla masseria. In primo piano quella che era la cappella dedicata all’arcangelo Michele con ciò che ne resta.

Della cappella oggi restano solo pochi frammenti di stucchi decorativi, ma il tesoro più importante ancora (malamente) conservato al suo interno è la scala affrescata con immagini e scene sacre tra le quali spicca San Gennaro nell’atto di proteggere la città di Napoli dall’ennesima intemperie del Vesuvio.

Cos’è crollato?

Il crollo avvenuto di recente ha interessato l’ambiente proprio accanto alla scala affrescata che per ora sembrerebbe essere ancora salva.

Il condizionale è d’obbligo poiché non è possibile verificare dall’interno sia per l’evidente pericolo che per la crescita della vegetazione invasiva che ha praticamente occluso l’unica via d’accesso.

Da ciò che si rileva dall’esterno, a crollare è stata parte della volta dell’androne d’ingresso e con essa la parete sinistra del primo piano.

Purtroppo per la masseria Valente i guai sono iniziati già oltre un secolo fa a seguito dei danni subiti a causa delle eruzioni vesuviane, cosa che ha portato prima all’abbandono, poi alla depredazione dei marmi, statue e delle suppellettili della cappella. Gli affreschi sono rimasti al loro posto ma alla mercé di vandali , soprattutto contemporanei.

Alcune scene sono poco leggibili e nulla si sa su questi affreschi, chi li fece realizzare, sul perché (qualcuno ipotizza che l’edificio abbia avuto anche una destinazione religiosa), né tantomeno sugli autori. Di certo però col tempo se ne è persa ogni memoria e non c’è mai stata alcuna operazione di tutela per studiarli o salvaguardarli.

Quale futuro per Masseria Valente?

Gli edifici sono organismi vivi, seguono il corso della loro vita cosi come noi la nostra. Nascono, crescono, vivono momenti di splendore, invecchiano e muoiono, fa parte del ciclo delle cose.

Masseria Valente ormai è in una fase avanzata della vecchiaia.

E’ compito della Società, con le sue istituzioni, preservare e tramandare ai posteri elementi ritenuti meritevoli di conservazione e tutela.

Evidentemente la nostra Società ha ritenuto che anche quel poco che resta della masseria Valente non sia meritevole di essere tramandata al futuro, altrimenti non si sarebbe arrivati alla situazione odierna.

E’ una questione puramente logica, in barba a tutte le anime belle (poche), e speculatori (moltissimi), che si scandalizzeranno e grideranno alla morte della cultura quando il tempo (o chi per esso) ne decreterà la morte definitiva, e (perdonatemi ancora se continuo riutilizzando proprio ciò che ho scritto a proposito della demolizione del Zaccaria) “non mi riferisco ai sinceri appassionati, ma a chi cavalca ogni moda del momento, e soprattutto ai politici, partiti, associazioni, personaggi pubblici, che oggi stanno dando voce ai loro tromboni! …. Ora, prima di risvegliarvi al prossimo “scandalo”, se volete vi fornisco una bella lista di masserie e beni abbandonati per i quali, se ci tenete davvero, potete provare a fare qualcosa. Ma non a chiacchiere!”

Ecco, a questi scandalizzati di professione, fornisco il primo nome per la lista nel caso volessero passare all’atto pratico dopo le chiacchiere: Masseria valente, Pollena Trocchia.

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