“Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata”

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Comunicato Stampa di Green Italia relativo alla questione della gara automobilistica nel Parco Nazionale del Vesuvio.

Domenica 29 settembre 2019 verrà ricordata come una delle date più tristi per il parco nazionale del Vesuvio e per l’ambientalismo in generale; verrà ricordata come la data in cui la tutela delle aree protette ha ceduto il passo alla tracotanza delle amministrazioni locali, al luogo comune e al “benaltrismo”.

Il comune di Ottaviano, nella persona del sindaco Luca Capasso, già presidente della Comunità del Parco, ha autorizzato con l’avallo della Città Metropolitana e l’assenso della Prefettura, una gara automobilistica di slalom lungo l’asse viario provinciale (strada Provinciale Ottaviano – Monte Somma) che parte da via Cesare Augusto, proprio dal Castello Mediceo, sede dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, e con arrivo a quota 500, percorso interamente incluso entro i confini dell’area parco.

Per capire quanto sia grave l’atto, basti pensare che lo svolgimento delle gare automobilistiche  cozza con l’articolo 1 della Legge 394 del 1991 che, al comma “a” recita che la prima finalità di un parco è quella della: “conservazione di specie animali o vegetali di associazioni vegetali o forestali, di  singolarità  ecologiche,  di  formazioni paleontologiche, di  comunità  biologiche,  di  biotopi,  di  valori scenici e panoramici, di processi naturali, di equilibri idraulici e idrogeologici, di equilibri ecologici”. Inoltre, l’articolo 11, relativo al Regolamento del Parco, stabilisce che questo debba anche regolamentare la circolazione di qualsiasi mezzo di trasporto. L’articolo 13, inoltre, prevede che per interventi nel Parco debba essere rilasciato il nulla osta dall’Ente.

Forse sarebbe bastato solo questo per dirottare altrove eventi del genere, ma, poiché la sensibilità verso la natura, in un’area fortemente antropizzata come quella vesuviana, e di per sé già sotto attacco da inquinamento, discariche vecchie e nuove, abusivismo edilizio, incendi spesso dolosi e il conseguenziale dissesto idrogeologico, bracconaggio e moto che scorrazzano lungo i sentieri, è sempre stata virtù di pochi e per tali ragioni non si è voluto tenere in considerazione la violenza ottemperata, verso le specie protette, dal rombo dei motori e dalle loro emissioni inquinanti.

Non solo, infatti il comune di Ottaviano, per ammissione del presidente e del direttore del Parco, non ha mai ritenuto opportuno il nulla osta dell’ente relativamente a suddetta gara ed ha agito in piena autonomia. Va inoltre ricordato che nel 2011 fu negato dal parco, allo stesso comune e negli stessi luoghi, lo svolgimento di un raduno automobilistico ed anche lì vi furono diatribe senza fine ma dove si vide un Ente Parco, tutto sommato, compatto contro manifestazioni che cozzavano legalmente ed eticamente contro la realtà dell’area protetta.

Quest’anno invece le reazioni dell’Ente sono state alquanto timide e basate su di uno sterile carteggio istituzionale tra comune ed ente, sulle dichiarazioni a mezzo stampa del direttore Stefano Donati e del presidente Agostino Casillo e di un suo tardivo comunicato stampa postato sui social a fine gara. Anche in questo caso, come otto anni fa chi ha fatto la voce grossa è stata Legambiente agendo come pare con un esposto contro l’atto dell’amministrazione ottavianese.

Nulla ha potuto la voce isolata del consigliere del direttivo del PNV Maurizio Conte, al quale va tutta la nostra stima, e che si è fisicamente, ma purtroppo inutilmente, opposto al via libera di questa manifestazione.

Auspichiamo, noi di Green Italia, che si vada a fondo di questa vicenda e che si chiarisca definitivamente se c’è stata la responsabilità di qualcuno nell’infrangere la legge e di interpretarla a proprio uso e consumo, e per questo ci avvarremo della possibilità di interpellare mediante un’interrogazione lo stesso Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

La tutela della natura, specie se si tratta di area di interesse comunitario come quella vesuviana (SIC), è fondamentale, per questo esistono i parchi e le aree protette e per questo esistono leggi che le tutelano, infrangerle significa creare pericolosi precedenti, specie se ad opera di enti statali preposti invece alla tutela di quelle aree e alla salute dei cittadini. Mentre ci si chiede ancora se sia giusto o meno, se fosse stato legale o meno fare quella gara, la gara è stata svolta ugualmente e il varco nelle mura della nostra metaforica Sagunto è stato aperto da chi vuole usufruire, senza vincoli e senza rispetto, di quei contesti naturali e protetti, anche con il permesso delle autorità, rendendo ancora più ripida la strada dell’ambientalismo e perché no! Della salvaguardia del Pianeta.

Comunicato Stampa

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