Notizie virali

Coronavirus (Foto: CDC / Alissa Eckert, MS; Dan Higgins, MAM)

Virale come il virus che incomincia a terrorizzare la pubblica opinione e virale come la stupidità e la malafede che corre nella rete così come nell’etere.

“Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune.”

Alessandro Manzoni da “I promessi sposi”

Chi scrive per informare dovrebbe esser conscio delle sue responsabilità, dovrebbe soppesare le parole e mettere da parte ogni tipo di pregiudizio, ma si sa che tutto questo è merce rara e non solo per nostra umana debolezza ma anche e soprattutto per il fatto che spesso, informare equivale a vendere, e non sempre la realtà va là dove vanno i soldi e la convenienza.

Di certo anche chi scrive quest’articolo non è umanamente esente da pecche ma è comunque necessario ascoltare più voci per farsi un’opinione più concreta e meno viscerale di ciò che ci accade attorno ed è là dove nessuno vede le nudità dell’imperatore che scatta la necessità di mostrare un’altra verità che, per quanto opinabile, possa essere diversa da quella che porta la corrente del fiume in piena del luogo comune.

È almeno dalla seconda metà di gennaio che, con graduale cadenza, i mezzi di comunicazione generalisti stanno portando avanti una campagna stampa abnorme sul cosiddetto coronavirus che segue, più che i criteri informativi, più che la precauzione e il raziocinio, la strada del sensazionalismo. Sorvolando sulla speculazione politica di bassa Lega e di quell’istintiva paura che scaturisce al cospetto di ciò che non si conosce, scontatamente meschina l’una e istintivamente naturale l’altra, chi invece informa dovrebbe evitare i toni allarmistici e non diffondere, a mo’ di bollettino di guerra, la conta dei morti e dei contagiati da corona virus, almeno senza circostanziarli in un contesto quale quello di una megalopoli, e di vittime anziane o con gravi patologie pregresse. Sì perché si sa che il primo impatto è quello emotivo, soprattutto per chi è ancora sensibile a ciò che dice la televisione ma ovviamente il problema oggi non è solo quello virale propriamente detto ma quello virulento e solo apparentemente virtuale della diffusione delle false notizie e delle mezze verità.

Eppure a nulla è servita l’esperienza passata, foriera di epidemie più paventate che reali, come la cosiddetta influenza atipica, la SARS, l’aviaria, la suina o H1N1 e così via tutte quelle che sono arrivate come pandemie e sono state poi archiviate come fenomeni locali, lasciandoci solo più spese che vittime e soprattutto distogliendo lo sguardo su altre patologie ben più incisive sul nostro territorio nazionale. Ciononostante anche chi ci governa oggi, essendo più sensibile all’opinione pubblica che ai protocolli o al buon senso, incalzato forse da un’opposizione bieca e retriva, da un lato ci rassicura, intimandoci di evitare gli allarmismi ma dall’altro procura allarme con interventi continui e con provvedimenti marcati come precauzionali ma che di fatto sanciscono sempre più il dubbio e la paura in chi li ascolta. Basti ricordare quanto accaduto con l’H1N1 allorquando e in simili situazioni il governo dell’epoca spese ben 184 milioni di euro per l’acquisto di vaccini che rimasero in buona parte inutilizzati. Ad oggi invece il governo attuale ha stanziato solo (si fa per dire) 5 milioni di euro per un’emergenza che dovrebbe durare 6 mesi denaro che servirebbe tra l’altro anche per informare i cittadini ma, se i buongiorno si vede dal mattino, le prospettive non sono delle migliori, visto il panico e la caccia all’untore che si sta scatenando in questi giorni.

Ed è così che, anche in assenza di morti, e in mancanza di percentuali da epidemia, anche stavolta nel nostro paese incominciano a circolare, ora in maniera occulta, ora in maniera esplicita, notizie che alludono ad un fenomeno sottaciuto, in Italia così come in Cina, e il rinvigorirsi della solita teoria dei complotti tanto in voga tra chi non ha voglia di approfondire e ragionare su argomenti che sarebbe meglio lasciare agli esperti. Parlare del gigante asiatico è complesso e non di nostra competenza ma possiamo comunque azzardare che, almeno nel nostro paese, più della normale influenza stagionale non si sta diffondendo altro che la consueta epidemia influenzale, quella che, senza clamore alcuno, lo scorso anno s’è disgraziatamente portata via 189 persone solo in Italia; basterebbe poi pensare che nel 2003 la tanto temuta SARS alla fine causò “solo” 774 decessi, molti meno di quelli che provoca una “banale” influenza. Finora infatti, in questa stagione e nei soli USA, su 4,6 milioni di ammalati ci sono stati 2.100 decessi; mentre in Italia i morti per influenza sono stati 5 ma tutto questo non desta scalpore.

Se poi valutiamo che il nuovo virus si sta diffondendo in un delle zone più densamente popolate del pianeta, in una città di oltre 11 milioni di abitanti e in un paese di quasi 1 miliardo e mezzo di persone e considerato che chi si ammala e purtroppo muore è quasi sempre una persona anziana o malata, il tutto assume un contorno, se vogliamo, più rassicurante; ma questo i giornali non lo sanno, o meglio, non vogliono saperlo e mettono gli approfondimenti sempre più in secondo piano, battendo il ferro della notizia il più possibile e finché è caldo e, diciamolo pure, lucrando pure sugli ascolti e sulle visualizzazioni on-line.

Ovviamente quando parliamo di vittime, di percentuali, parliamo di persone con un anima e un corpo ma proprio perché le invettive di chi, o per paura o per esplicito razzismo, e sicuramente per ignoranza, colpiscono queste altre persone, è opportuno mettere bene in chiaro cosa stia realmente accadendo ed evitare di dare dell’untore a qualcuno, come purtroppo già sta accadendo oggi contro molti membri della comunità cinese italiana o asiatica in genere.

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