Parco Nazionale del Vesuvio, azione anti uccellaggione

Le reti per uccellaggione individuate e confiscate da WWF e CCF (foto autore del CS)

Fermato e denunciato un uccellatore dai carabinieri del PNV e dalle Guardie WWF.

Si è conclusa questa mattina all’alba l’ennesima operazione congiunta tra personale dei Carabinieri Forestali del Parco Nazionale del Vesuvio, di stanza a Boscoreale, comandati dal Maresciallo Alfonso De Prisco, e le Guardie Giurate Venatorie e Zoofile del WWF Italia – nucleo provinciale di Napoli, coordinate da Bruno Cajano. Dopo una lunga attività di indagine e di appostamenti effettuati nei giorni precedenti, il personale operante ha sorpreso un bracconiere intento all’utilizzo di una rete per uccellaggione (cattura di avifauna con reti), reato severamente vietato dall’articolo n. 3 della Legge Nazionale n. 157/1992 (la legge che tutela la fauna selvatica omeoterma, cioè Mammiferi ed Uccelli) all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio.

Richiami acustici confiscati da WWF e CCF (foto autore CS)

Inoltre all’uccellatore è stato contestato anche l’utilizzo di 2 richiami elettroacustici vietati, individuati sul posto dalla guardia del WWF Italia Domenico Di Donna. I richiami vietati venivano utilizzati per attirare l’avifauna di passaggio (in questo caso quaglie) nelle reti. Tutto questo, inoltre ha  provocato un enorme disturbo alla fauna selvatica migratoria che in questo periodo si accinge a passare sul nostro Paese ed anche a nidificare. L’odiosa pratica dell’uccellagione in Campania stenta a morire. La pratica illegale della cattura con reti di avifauna viene eseguita per diverse ragioni: alimentari e per il rifornimento di ristoranti di tutta Italia che preparano piatti a base di selvaggina, oppure finalizzato ad incrementare un vero e proprio mercato illegale per il commercio di esemplari idonei al canto, mercato spesso legato anche alla criminalità organizzata. Di sovente per sviluppare le doti canore dei Cardellini i detentori degli esemplari catturati praticano delle vere e proprie torture agli animali, dall’accecamento con ferri roventi, allo spiumaggio, fino a tenerli al buio per diversi mesi.

Il WWF condanna qualsiasi pratica illegale del genere ed aggiunge che tutti gli animali selvatici devono vivere liberi nei loro ecosistemi. Per tale motivo il WWF Italia dedica il massimo impegno per proteggere l’integrità degli ecosistemi nel loro insieme.

Il WWF ringrazia l’Arma dei Carabinieri ribadendo, ancora, l’enorme successo della sinergia che si è creata, in particolare, grazie al COLPA (COordinamento Locale Permanente Antibracconaggio) del black-spot delle province di Napoli, Caserta e Latina, individuato dal Piano Nazionale Antibracconaggio e al contempo chiede l’inserimento di tutto il territorio della Provincia di Salerno all’interno dello black-Spot, provincia ampiamente interessata da fenomeni di bracconaggio diffusi sia sulla fascia costiera sia nelle aree interne;

COMUNICATO STAMPA

 

 

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