Salmo, Atto di forza.
Quando si parla di “forza di volontà”, si intende la determinazione di una persona nel intraprendere uno o più percorsi con determinazione. Ecco, per descrivere la storia di Salmo, credo che questa sia la parola più giusta. La carriera di Salmo, nome d’arte di Maurizio Pisciottu, inizia a 13 anni quando compone le prime rime e incide i primi demo. Nel 2004 autoproduce il suo secondo demo, uno dei più amati dai suoi fan “Mr.Antipatia”, ma affianco alla sua carriera da solista ha anche perseguito percorsi con gruppi musicali rap metal come gli Skasico o col gruppo punk To Ed Gein. Il biennio 2011-12 sono gli anni della svolta, prima con l’uscita del primo album in studio The Island Chainsaw Massacre, per poi l’anno seguente fondare la Machete Empire Records con gli amici e colleghi Slait, El Raton ed Enigma, facendo uscire sempre nello stesso anno il primo volume del Machete Mixtape. Il rap di Salmo si è sempre caratterizzato per una forte denuncia usando una spiccata ironia, basti pensare al singolo “Russel Crowe” contenuto in Midnite, oppure usando toni abbastanza inquietanti come nel singolo “Rob Zombie” in collaborazione con Noyz Narcos. Il primo vero atto di forza però per Salmo arriva nel 2015, con l’album Hellvisback arrivando a disco d’oro e di platino, ma soprattutto conquistando il mercato mainstream italiano, acquisendo così lo status di una delle figure più carismatiche della nostra musica.
«L’idea era di prendere un’icona, un personaggio vecchio stampo e mixarlo con qualcosa di odierno, di attuale. Quindi ho pensato ad Elvis, gli ho messo la maschera, l’ho fatto incontrare con il mio mondo ed è venuto fuori lui: Hellvisback!»
Tre anni dopo, esce Playlist, di cui abbiamo parlato negli articoli precedenti, ancora oggi, 22 agosto 2019, è in vetta alla classifica FIMI e si conferma uno degli album più apprezzati dal pubblico italiano. Salmo è stato uno dei rapper più versatili che si siano mai visti nel nostro paese, capace di passare da toni più punk a quelli classici del rap, senza disdegnare i suoni tipici della house come si intravede in “Ho paura di uscire 2”. A volte forse pecca un po’ di sbruffoneria, ma è anche uno degli elementi che l’hanno fatto amare dai suoi fan, grazie alla sfacciataggine e la faccia tosta che mette in ogni sua canzone o intervento. Non sappiamo come si evolverà la situazione con Luchè, ma tutti noi speriamo nella vittoria della musica.
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