San Sebastiano al Vesuvio, iniziati i lavori per la “Cittadella del Pane e della Legalità”
Dalla camorra alla legalità, così la villa confiscata al clan camorristico dei Vollaro diventerà un presidio di legalità con centro polifunzionale per la formazione professionale e la valorizzazione del pane di San Sebastiano. Ripercorriamo la storia dell’immobile e le tappe salienti che hanno portato all’avvio dei lavori.
Il 14 dicembre 2020 ha preso finalmente avvio il cantiere per il recupero della villa Vollaro, confiscata all’omonimo boss della camorra nel 1984. Il progetto di recupero, cofinanziato dall’Unione europea, dallo Stato italiano e dalla Regione Campania, mediante fondi previsti nel POR Campania FESR 2014-2020, per un totale di 1,5 milioni di euro, prevede il recupero e trasformazione dell’immobile per farne un centro di studio, formazione e promozione del famoso Pane di San Sebastiano inserito nell’«Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali».
“Oggi iniziamo a lasciare un segno tangibile di questo progetto, che rappresenta un simbolo della cultura della legalità”. Con queste parole il sindaco Salvatore Sannino annuncia l’avvio del cantiere. Sembra si sia finalmente imboccata la dirittura d’arrivo del lungo percorso burocratico e amministrativo durato circa 16 anni e si inizi ad intravederne finalmente il traguardo.
La pagoda
La villa fu costruita alla metà degli anni 70 dal boss della camorra Luigi Vollaro quale sua residenza e roccaforte. Divenne subito un elemento di spicco nel panorama architettonico del piccolo paese vesuviano che all’epoca vedeva un grande fermento costruttivo e il caratteristico tetto a vela le fece guadagnare subito, anche se impropriamente, il soprannome di pagoda, quasi per identificare con un nome esotico anche la residenza di colui che era già soprannominato ‘O Califfo per via dello stile di vita che conduceva, circondato da sfarzo e belle donne, un vero e proprio harem, da molte delle quali ebbe ben 27 figli.
Ma la condotta criminale ebbe il giusto epilogo il primo marzo del 1982 quando dopo tre anni di latitanza Luigi Vollaro fu arrestato proprio nella sua villa, posta poi sotto sequestro e quindi confiscata nel 1984.
Solo 20 anni più tardi l’Agenzia ed Demanio consegnerà al Comune di San Sebastiano al Vesuvio, all’allora sindaco Silvio Carpio la proprietà della villa col vincolo di destinarla ad attività sociali.
Da allora iniziano a farsi strada varie idee su come utilizzare l’immobile, che intanto era già stato preso di mira più volte dai vandali e iniziava a divenire un vero e proprio rudere, come abbiamo potuto costatare in occasione dell’avvio dei lavori grazie alla disponibilità dell’amministrazione comunale.
L’immobile oggi è completamente fatiscente, con i servizi igienici totalmente distrutti, gli infissi asportati insieme a qualsiasi elemento metallico. Svuotato di ogni suppellettile, e ciò che resta di pochi arredi è accantonato in qualche angolo qua e la.
Una Caserma dei carabinieri nel covo del crimine
Fu questa la prima idea perseguita dall’amministrazione comunale, anche sulla base del Patto per la sicurezza di Napoli e Provincia sottoscritto presso la Prefettura di Napoli il 3 novembre 2006, e dalla necessità di reperire una nuova sede locale per l’Arma dei Carabinieri.
Nel corso di Consiglio Comunale del luglio 2009 il sindaco Pino Capasso ufficializza la destinazione della ex villa Vollaro a nuova caserma dei Carabinieri con lo stanziamento di 1 milione di euro grazie ad un cofinanziamento della Provincia, e l’avvivo dei lavori previsto nel 2010. Sembrava fatta, finalmente ciò che era stata un faro di illegalità sarebbe diventato un presidio di legalità.
Nonostante ciò però nel 2012, in un altro Consiglio comunale, si discuteva ancora del reperimento di fondi per avviare i lavori e nel 2013 il progetto della nuova caserma era inserito del Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2013-15 con un investimento pari a 2,7 milioni di euro.
L’idea della cittadella del pane
Improvvisamente però l’idea della caserma viene accantonata e nel 2015 ad essa si destinerà l’immobile che ospitava il plesso scolastico B. Ciari, in via delle Rose. Ma anche questo progetto ad oggi sembra essersi bloccato alla decisione di restituire l’immobile alla Regione Campania.
Nel settembre 2016 al fine di partecipare a un bando Regionale che avrebbe finanziato la progettazione di opere idonee ad essere inserite nel POR PAC 2014-20 nasce l’idea di destinare la villa a Cittadella del Pane. Il progetto di recupero presentato prevedeva lavori per un importo pari a 2,8 milioni.
Ma è solo nel Gennaio 2018 che insieme al pane si tornerà a parlare di legalità, all’atto della partecipazione ad un nuovo bando promosso dalla Regione Campania per il riuso beni confiscati alla camorra.
L’amministrazione comunale vi partecipò con un nuovo progetto per la cittadella del pane e della legalità, per un importo complessivo pari 1,5 milioni di euro, corrispondete all’importo massimo finanziato dal bando.
Con la concessione del finanziamento prende finalmente avvio l’iter che ci conduce ai giorni nostri e all’avvio dei lavori.
Nel novembre 2018, quindi, fu affidato l’incarico per la progettazione esecutiva dell’opera e nel luglio 2019 fu bandita la gara d’appalto per un importo lavori ci ricca 1,1 milioni di euro.
Arriviamo così allo scorso aprile con l’aggiudicazione dei lavori all’impresa edile P&P Costruzioni s.r.l. di Aversa che si è impegnata concludere i lavori in 210 giorni.
Un piccolo colpo di scena però sembrava presentarsi all’orizzonte, quando nello scorso maggio la ditta aggiudicataria veniva esclusa in seguito ai controlli antimafia che segnalavano una criticità relativa ad una impresa ausiliaria. Sembrava quasi una beffa del destino. La legalità che permea di fondo questo progetto rischiava di essere minata alla base. Fortunatamente ciò non è avvenuto e l’impresa aggiudicataria è stata confermata nell’affidamento e la ditta ausiliaria sostituita con una che ha superato tutti i controlli antimafia.
Il progetto della cittadella del pane e della legalità
Negli spazi della ex villa troveranno posto aule didattiche e laboratori per la formazione di esperti nel campo della panificazione e soprattutto per la valorizzazione del pane di san Sebastiano, Ci saranno poi spazi espositivi e una sala convegni, aree degustazione e finanche uno sportello di orientamento agli studi e professionale destinato ai giovani di tutta l’area vesuviana. Sarà inoltre un polo di ricerca in materia in collaborazione col CNR e l’università Federico II.
La gestione di tutta la struttura polifunzionale non sarà condotta direttamente dal Comune di San Sebastiano al Vesuvio ma tramite gara sarà affidata ad un soggetto terzo con esperienza nel campo della legalità e gestione di beni confiscati alla camorra.
Con l’avvio dei lavori può dirsi quindi conclusa la fase ideativa e progettuale, la “palla” ora passa all’impresa che dovrà realizzare l’opera. Ci auguriamo che i tempi previsti saranno rispettati e tra meno di anno poter visitare la nuova cittadella del pane della legalità.
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