San Vito, la visita di Domenico Battaglia nella Terra dei Fuochi vesuviana

La messa celebrata presso la Cook in quel di San Vito a Ercolano (foto di C.Teodonno)

La visita dell’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia alla parrocchia di San Vito di Ercolano è culminata in una messa all’aperto dove ha partecipato una nutrita parte della comunità locale. Politica e attivismo a confronto sul tema fondamentale dell’ambiente.

E alla fine l’arcivescovo venne, dopo le polemiche, dopo le schermaglie politiche, dopo le operazioni di facciata da parte dell’amministrazione comunale, venne, e celebrò la sua funzione religiosa, e soprattutto parlò di Terra Madre e di coscienza ecologica. Parole rivoluzionarie per alcuni, scontate per altri, ma già il fatto che se ne continui a parlare è un bene, visto il contesto in cui si celebrava il rito, via Marsiglia presso San Vito di Ercolano, prossima alla discarica dell’Ammendola & Formisano e al disastro ecologico delle Lave Novelle.

La messa è stata celebrata all’ingresso della strada lastricata che porta alla Stazione/Centrale Cook, altro esempio di scempio e sperpero di denaro pubblico, esempio di ciò che era e avrebbe potuto essere il nostro territorio, e che invece versa in stato di abbandono e soggetto a numerosi atti vandalici. La messa è stata celebrata alla presenza del clero, del popolo e delle autorità, queste in prima fila ma dall’altra parte di quella simbolica barricata che il varco alla Cook rappresentava.

 

Pare evidente che non basta una pulizia sommaria di via Marsiglia e un’improbabile pista ciclabile che porta alla discarica a risolvere i problemi di San Vito, problemi scaturiti da decenni di scarico legale e illegale di rifiuti in quella zona, anni fatti di cattiva amministrazione, decenni di accondiscendenza politica e civica col malaffare e una delinquenza organizzata travestita da opportunità, buone intenzioni, caffè al bar e pacche sulla spalla, con accordi sottobanco che hanno coinvolto tutto e tutti. Oggi le cose sono leggermente diverse, la camorra punta più in alto, punta altrove per i suoi traffici, l’ecomafia esiste ancora ma qui nel Vesuviano ha lasciato spazio a un’economia sommersa che in maniera suicida va avanti finché ci saranno rifiuti da bruciare e occhi per non vedere.

Resta un nucleo agguerrito di attivisti capeggiati da Don Marco e da Giuseppe, memoria storica delle lotte ambientaliste di San Vito, ma tutto attorno ho visto divisione e concupiscenza col potere. La politica, il potere amministrativo, la camorra, l’inquinamento sono la proiezione delle nostre azioni quotidiane, delle nostre scelte, fin quando prevarrà l’egoismo sul bene collettivo saremo tutti partecipi dei nostri mali ed avremo la sola magra consolazione di avere qualcuno con cui pigliarcela.

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