Somma Vesuviana e le sue microdiscariche
Continuiamo il nostro itinerario vesuviano alla ricerca delle micro-discariche in area parco. Questa volta tocca a Somma Vesuviana e vi assicuriamo che, anche in questo caso, il computo di ciò che abbiamo trovato è per difetto e non per eccesso.
Anche a Somma, come ovunque nel Vesuviano, basta scovare una stradina che va a monte e vi trovi una discarica, certo che, se guardiamo lo stato delle nostre strade cittadine, non è che poi ti meravigli più di tanto se trovi in campagna l’ira di Dio; sta di fatto che la nostra cattiva coscienza è tutta depositata lì, tra i nostri pregiati frutteti e a coronare i nostri splendidi panorami.
Santa Maria delle Grazie a Castello è il nome di una via ma è anche il nome di un luogo di culto molto importante per i sommesi e per molti dell’hinteland vesuviano, un luogo rinomato per la devozione mariana, là dove si celebrano le ricorrenze tanto care alle paranze e sede di antichi riti studiati da illustri musicologi ed etnologi di tutto il mondo e dove si portano avanti quelle ormai considerate tra la più viscerali tradizioni canore campane. Ma tutto ciò non basta, e non è bastato a ridurre quei luoghi in un immondezzaio malsano dove chiunque può andare a sversare quel che vuole.
Molto spesso basta seguire le tracce dei camioncini sul sabbione lavico per scoprire il risultato della nostra ipocrisia, in altri casi invece no, la micro-discarica (micro si fa per dire!) te la trovi al fianco del ristorante, là dove le sere d’estate vai rinfrescarti e ti mangi una pizza con vista discarica. Per chi volesse invece maggiori indicazioni la località precisa è l’alveo Cavone, zona tanto conosciuta quanto volutamente dimenticata, così come si fa per le vergogne di famiglia. Lì si potrà trovare di tutto, col solito prevalere del materiale di risulta edilizio, oltre che l’immancabile rifiuto domestico e purtroppo tanto, tantissimo amianto. Più su di suddetto alveo, verso l’imboccatura del sentiero che porta ‘ncoppa ‘o Ciglio (punta Nasone, il punto più alto del Somma) sta da anni abbandonata un’altra catasta di eternit, “messa in sicurezza” da una busta di plastica che aspetta lo scorrere delle intemperie più di un reale e legale smaltimento.
Sempre in quel luogo, basta alzare lo sguardo e scopriremo come i ristoranti del luogo smaltiscono i loro rifiuti e dire siamo in un parco nazionale ma si sa che se l’imperatore è nudo è meglio non dirglielo perché potremmo mostrare anche le nostre di nudità.
Più a valle esistono altri due luoghi devozionali molto importanti per i sommesi, il Tuoro della Nuvesca e le Gavete, ovviamente anche lì, e nonostante l’impegno e le denunce di chi lotta per quei luoghi, si scarica l’inverosimile. Sulla bella stradina di campagna che porta al Tuoro della Nuvesca (via Trentola/via Lucio Albano), abbiamo trovato tanta spazzatura e cumuli di penumatici depositati all’interno dei cellai di antichi casolari mentre sull’altro ameno stradello che porta alle sorgenti delle Gavete (via Cupa Fontana), una briglia del locale lagno è usata come punto di lancio per i rifiuti e anche lì, l’amianto e la guaina d’asfalto abbondano.
Purtroppo a chi vede il bicchiere mezzo vuoto dello scandalo delle micro-discariche in area parco, c’è chi vi contrappone il bicchiere mezzo pieno dell’ottimismo ad ogni costo e delle fette di prosciutto sugli occhi, perché così è più facile andare avanti e finché di acqua, in quel bicchiere non ce ne sarà più o sarà talmente sporca da non poterla più bere vorranno vederla sempre così.
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