Torre del Greco, un’estate rovente

Incendio in viale della Gioventù a Torre del G.

Dopo luglio anche settembre inizia col fuoco, i dubbi del cronista sul fin dove arrivi la follia del piromane e dove quella di chi lascia nell’incuria un territorio da sempre ad alto rischio. IL VIDEO e le FOTO

Giorno infernale quello di venerdì 4 settembre, iniziato in mattinata con un incendio in via Fossa della Monaca, a Torre del Greco, sfuggito di mano a qualcuno che faceva pulizia nel proprio appezzamento e seguito da un altro rogo divampato nella parte bassa della vicina via Montagnelle 2, nota zona di scarico abusivo di rifiuti e di continui roghi, ben vigilato dalle telecamere del Parco.

A mezzogiorno sembrava che tutto fosse finito e mentre nel tardo pomeriggio, con rammarico, si contempla in rete il vasto incendio di Salerno, il cielo è percorso dagli Ericsson e i Canadair, e riprende il fuoco in via Montagnelle 2.

La fresca e ventilata serata di fine estate pare portare finalmente la pace in questa martoriata terra, l’aria è intrisa di fuliggine e all’orizzonte, verso sud, il fumo viene appiattito dall’alta pressione, trasformandolo in nuvole piatte e cerulee; ma non è giunto ancora il momento per tirare il proverbiale sospiro di sollievo; arrivano infatti notizie sconfortanti da Mercato Sanseverino dove un altro grande incendio sta divorando ettari di bosco.

Ormai è buio e tornando a casa scorgo, all’altezza della rotonda del casello di Torre del Greco, un bagliore che sale verso il cielo, c’è qualcosa che brucia in zona Cappella Bianchini, già teatro lo scorso luglio di un paio di pericolosi incendi che hanno rasentato ancora una volta le case. Percorro il senso unico di via Scappi, poi via dei Pini, seguendo il chiarore delle fiamme, fin quando un assembramento presso viale della Gioventù, mi fa chiaramente capire che è in quei paraggi che sta bruciando qualcosa. I volti sono preoccupati, nei loro occhi brillano ancora le fiamme del 2017, ma indicano la strada da fare per arrivare all’incendio.

Mi muovo in un contesto residenziale, belle case con piscina che profumano di gelsomino, ma ben presto all’essenza floreale si sostituisce un odore a me familiare, quello acre del bosco che arde, ciò che porterò dentro per tutta la vita per averlo respirato talmente tanto da sentirmi male nel corpo e nell’anima.

Arrivo alle fiamme, il fuoco sta divorando macchia e pineta di due fondi recintati alla fine di via della Gioventù. Sul luogo ci sono due automezzi dei Vigili del Fuoco ai quali chiedo informazioni, cercando di non creare intralcio. L’incendio è scoppiato intorno alle 22.00 ed è stato arginato anche da alcuni interventi fatti in occasione degli incendi del luglio scorso.

Non mi è dato sapere chi sia stato a provocare questi incendi, del resto, benché si urli sempre al dolo, quasi mai si prende in flagranza di reato i colpevoli o presunti tali, ed è quanto mai opportuno il proverbiale brancolare nel buio degli inquirenti. Il fatto poi che non ci siano interessi evidenti nell’appiccare il fuoco in un luogo oltre tutto prossimo all’area protetta, lascia propendere per l’atto di un folle imitatore più che un incendiario con una mira ben precisa.

Come ogni fine estate, pare che si attenda più il sopraggiungere della pioggia che porre un qualche limite a questo disastro senza fine; si spera nella buona sorte e di archiviare il tutto in attesa della prossima stagione estiva ma tanto, già lo sappiamo che anche l’estate prossima sarà lo stesso.

Lascio viale della Gioventù pensando queste cose e lo faccio sotto gli occhi inquisitori di un Vigile del Fuoco che con sguardo arcigno mi fa capire che sospetta di me. La cosa non mi turba, perché non ho nulla da nascondere ma mi infastidisce poiché pare chiaro che là dove inizia il sospetto vuol dire che mancano certezze.

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