Un altro primato del Vesuvio

Atlante degli uccelli del PNV (foto fonte M.Fraissinet)

Il Vesuvio, si sa, è un vulcano che può vantare tanti primati. È il vulcano più famoso del pianeta, di conseguenza è anche il più gettonato dai turisti. È stato il primo vulcano al mondo a vedersi descritta nei minimi particolari una eruzione: quella del 79 D.C. ad opera di Plinio. È divenuta da allora l’eruzione più famosa del pianeta.

Nel 1842 fu inaugurato il primo osservatorio vulcanologico del pianeta costruito proprio sul vulcano, e si può dire che la vulcanologia, come scienza, sia nata sul Vesuvio.

È il vulcano più ritratto nella pittura.

È l’unico vulcano continentale attivo in Europa.

Attualmente è anche il più popolato da esseri umani e probabilmente anche il più monitorato tecnologicamente del pianeta.

Vi si coltivano le albicocche più buone del mondo e chissà quanti altri primati avrà ancora.

Ce ne è uno di cui si sa poco perché sconosciuto, ma che esiste e ha una sua valenza internazionale in ambito ornitologico.

È stato il primo Parco Nazionale europeo, ma presumibilmente mondiale, a pubblicare l’Atlante degli uccelli nidificanti e svernanti sul suo territorio.

L’Atlante biologico è un metodo di studio della distribuzione della fauna e della flora in un determinato territorio attraverso l’uso della rappresentazione cartografica realizzata, utilizzando una griglia composta da quadranti di uguale superficie, e con metodi standardizzati di raccolta dei dati su campo. La griglia viene sovrapposta al territorio da indagare e con indagini sul campo si va a rilevare nel quadrante la presenza o l’assenza della specie, o delle varie specie, oggetto di indagine. Al termine della ricerca, che può durare anche anni, si ottiene la distribuzione su mappa delle singole specie. Distribuzione che può essere correlata alle condizioni ambientali sovrapponendo la mappa della griglia alle carte tematiche del territorio.

Questo tipo di ricerca consente di acquisire una mole notevole di dati e di poter approfondire le conoscenze sugli areali delle specie. Si ha l’identificazione delle aree con maggiore ricchezza di specie, biodiversità, endemismi, la comprensione delle cause ecologiche alla base delle distribuzioni e poterne ipotizzare le dinamiche future, il monitoraggio e l’analisi degli andamenti delle popolazioni nel tempo; la comparazione della distribuzione della specie con le caratteristiche geografiche ed ecologiche del territorio in cui essa è presente. È anche possibile, ripetendo ciclicamente le rilevazioni a distanza di tempo, appurare eventuali variazioni nelle presenze e/o nelle distribuzioni, ed ipotizzarne le cause correlandole alle variazioni avvenute nel territorio e negli ecosistemi.

Griglia di studio dell’avifauna del PNV (foto fonte M.Fraissinet)

Gli Atlanti biologici più frequentemente realizzati sono quelli ornitologici per la relativa facilità a contattare gli uccelli e il maggior numero di persone in grado di riconoscerlo rispetto ad altri taxa animali.

Nel periodo 1997 – 2001 il sottoscritto, insieme alla dr.ssa Paola Conti, naturalista specializzata in ornitologia, collaboratrice all’epoca dell’Ente Parco, avviammo un progetto di raccolta dei dati in campo per la realizzazione dell’Atlante degli uccelli nidificanti e svernanti nel Parco Nazionale del Vesuvio. Realizzammo una griglia di 100 quadranti UTM di 1 chilometro di lato che sovrapponemmo al territorio del Parco e in primavera in inverno, seguendo un protocollo internazionale, operammo i rilevamenti in campo visitando a più riprese i 100 quadranti. Estendemmo i rilevamenti anche al Parco Gussone della reggia di Portici. Fu un’esperienza bellissima che ci permise non solo di avere un quadro completo dell’avifauna nidificante e svernante del Parco ma anche di conoscere tantissimo il territorio, nel bene e nel male, dovendolo percorrere – metro dopo metro – a piedi. Potemmo godere di albe stupende, di immagini di caccia dei rapaci, di scoperte di specie che non immaginavamo potessero riprodursi nel Parco, di panorami spettacolari. Ai rilevamenti in campo collaborarono anche altri appassionati in una sorta di lavoro collettivo, antesignano di quello che oggi viene definita come “citizen science”.

Terminato il lavoro di campo e predisposte le mappe delle singole specie, scrivemmo i testi. Io però lasciai il Parco nel 2001 e chi venne dopo di me non ritenne opportuno pubblicare il lavoro che, pertanto, rimase chiuso in un cassetto, per diversi anni.

Finalmente, con il rinnovo dei vertici dell’Ente Parco, il testo uscì dal cassetto. Era però vecchio per quello che riguardava i dati. Non sarebbe stato corretto infatti pubblicare un lavoro con dati risalenti a 8 anni prima. Per fortuna però sia la dr.ssa Conti che altri naturalisti avevano continuato le campagne di monitoraggio con rilevamenti effettuati nel 2003 -2004 e nel 2007 – 2008, per cui potemmo aggiornare le mappe e dare alle stampe il volume che fu pubblicato nel 2008 in un elegante formato rientrante in una bella collana di monografie naturalistiche che avevamo inaugurato nel 2000. Nel volume vengono riportate le mappe e la descrizione di 71 specie nidificanti e 61 specie svernanti (incluso in questi casi anche le specie residenti tutto l’anno). Il tutto corredato con tante belle foto.

Ebbene, andando a visionare la bibliografia specialistica, si può notare che nessun altro Parco Nazionale, in precedenza, aveva pubblicato l’Atlante ornitologico, inteso nel significato scientifico che si dà a questo termine. Eravamo stati i primi! Ed abbiamo fatto da apri pista. Da allora sono stati pubblicati in Italia 29 Atlanti ornitologici riferiti ad aree naturali protette a vario titolo.

Un altro primato per il Vesuvio!

Di Maurizio Fraissinet

 

 

 

 

 

 

 

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