Vaccinazioni, l’intervista al Dott. Giacomo Maiello

Il Dott. Maiello (foto fonte G.Maiello)

Il Dottor Giacomo Maiello è da più di 20 anni medico di Medicina Generale presso l’Asl Napoli 3 sud, distretto 54; è specialista in cardiologia, perfezionato in medicina d’urgenza e relatore in numerosi convegni formativi e di aggiornamento in medicina generale e cardiologia. Il Dottor Maiello è colui che vaccina più pazienti nel suo distretto e per questo abbiamo scelto lui per cercare di entrare in questo controverso mondo del vaccino e in un periodo in cui è fondamentale chiarezza e decisione.

Dottore, al di là di tutto quello che si sente oggi, perché dobbiamo vaccinarci?

Il vaccino antinfluenzale che noi facciamo è per un virus che normalmente arriva in Italia nel periodo novembre/dicembre con un picco, di solito, verso febbraio, l’influenza è stagionale e porta dei disturbi generali, riconducibili a febbre alta, dolori muscolari, ossei, mal di gola, tosse, sintomi molto simili all’infezione da COVID-19. Quindi, facendo una campagna vaccinale, e visto che non abbiamo ancora un vaccino contro il COVID-19 e che probabilmente avremo l’anno prossimo, corriamo il rischio, a novembre, di avere pazienti che possono avere una semplice e banale influenza ma con i sintomi che possono simulare un’infezione da COVID-19. In questo caso quindi, clinicamente, non possiamo distinguere tra le due patologie, è molto difficile capire se una persona ha una semplice influenza, che dura solo tre giorni e che raramente comporta degli effetti collaterali o delle complicanze sistemiche; mentre, il COVID, può avere, soprattutto per gli anziani, pazienti affetti da malattie croniche, malattie polmonari, diabete, malattie cardiovascolari, conseguenze importanti e serie. Quindi, fare una vaccinazione antinfluenzale, permetterà a me operatore sanitario, quando avrò dei pazienti con sintomi influenzali, che non mi inducono a pensare al COVID-19, di fare una diagnosi differenziale perché il vaccino protegge una percentuale molto elevata di persone, per cui, se avrò, nel periodo critico di novembre-gennaio, un paziente a rischio che ha fatto il vaccino antinfluenzale e lamenterà sintomi simili a quelli dell’influenza, allora io sospetterò subito un COVID e quindi potrò attuare una terapia più incisiva, precoce e personalizzata.

Lei giustamente ha parlato prima di banale influenza ma l’influenza non è poi così banale, non è così?

L’influenza ha una mortalità dello 0,5% mentre il COVID ne ha una del 2%, quindi, in realtà, l’influenza non è tanto banale perché una semplice influenza si può complicare con una broncopolmonite, una polmonite ma può anche portare un’infezione seria cardiaca o una meningite e in effetti io riscontro ogni anno dei miei pazienti che hanno una complicanza di queste e provocata da questa banale influenza. Quindi io invito a vaccinarsi tutti quei pazienti over-65, anche se, quest’anno, le nostre autorità sanitarie hanno stabilito che anche dopo i 60 anni c’è la necessità di fare la vaccinazione antinfluenzale, questo vale anche per altri soggetti a rischio come i cardiopatici, chi ha avuto un’ischemia cardiaca, chi ha il diabete, chi ha una malattia renale cronica, malattie croniche polmonari, insomma il vaccino è importante per tutti quei pazienti per i quali, una banale influenza, potrebbe trasformarsi in una complicanza seria; mentre magari, nella maggior parte dei casi, due o tre giorni di febbre alta e poi passa. In questa categoria rientrano poi anche gli insegnanti, le forze dell’ordine e il personale sanitario, tutti quei soggetti che hanno contatti frequenti con molte persone e che hanno maggiori possibilità di contrarre una forma di influenza. A questo va poi aggiunto un altro elemento, sembra che, vaccinandoci contro l’influenza, il nostro organismo venga stimolato ad aumentare le nostre difese e quindi anche contro il COVID-19 …

… come se mettesse in allerta le nostre difese …

… esatto! Ci vogliono una quindicina di giorni per far sì che il nostro sistema immunitario recepisca l’informazione prodotta dal vaccino …

… e quanto tempo dura la valenza di un vaccino antinfluenzale?

Ha una valenza almeno di sei mesi e facendolo ora ci copre fino al picco che in genere arriva intorno gennaio/febbraio.

Ma da medico, da persona che sul campo tocca quotidianamente la realtà dei vaccini, come si spiega il fatto che ci sia ancora tanta gente restia a vaccinarsi?

Esistono gli obiettori, coloro che sostengono che nei vaccini ci sia un elevato carico di piombo, ma in realtà i vaccini sono sicuri per quel che riguarda il carico di contaminanti, poi il vaccino si prepara utilizzando le proteine dell’uovo quindi, se uno è intollerante alle proteine dell’uovo, oppure per chi lo è verso alcuni eccipienti come la gentamicina questo può essere un problema, ma per il resto tutti possono fare il vaccino, compreso chi è allergico agli antibiotici, al polline, alle graminacee e così via. Poi c’è invece chi vede il vaccino come un qualcosa di sintetico, di non naturale che potrebbe innescare effetti collaterali.

Eppure sono più di duecento anni che esiste la vaccinazione, come mai si è ancora così recalcitranti?

Sì, è una pratica molto antica, grazie al vaccino abbiamo sconfitto malattie tremende come il vaiolo e la poliomielite ma purtroppo oggi ci sono persone che nella rete diffondono vere e proprie bufale per motivi di notorietà scrivono cose false ma che possono impressionare persone che non hanno quel minimo di cultura scientifica per poter giudicare se quella notizia e falsa o meno, o quando andrebbe approfondita.

Sì ma a volte sono dei medici che dicono certe cose, quanto meno discutibili …

Ci sono medici che hanno un’idea della medicina diversa dalla nostra che invece pratichiamo la medicina basata sulle evidenze. Si tratta dell’omeopatia, la medicina alternativa, tutte idee personali e mai dimostrate da un processo scientifico; detto ciò, nessuno ha mai dimostrato scientificamente, e pubblicando su riviste internazionali, uno studio che dimostrasse che il vaccino antinfluenzale abbia creato danni in una certa percentuale.

Ma non è che forse, tutto ciò accade perché il mondo scientifico non è chiaro, non è comunicativo ed ecco perché poi attecchiscono più facilmente le bufale?

Sì, sono d’accordo, la medicina non è purtroppo chiara al cento per cento, anche perché ci sono ancora molti aspetti della medicina in cui non abbiamo delle evidenze scientifiche, non riusciamo a capire ancora certi meccanismi di fisiopatologia dell’infezione o dello svilupparsi di un tumore e quindi, non avendo queste notizie chiare ed evidenti, c’è il virologo di turno che pensa di aver capito una problematica ed esprime la propria opinione che poi viene amplificata dal web, creando correnti di pensiero; ovviamente ognuno può esprimere la sua opinione e quanto più alta è l’autorità scientifica, più questa ha seguito sulla rete …

… vedi Tarro e simili …

… il buon Tarro che ho personalmente conosciuto, che è stato un pioniere della virologia, precisa delle evidenze scientifiche che oramai non collimano con la realtà attuale, per cui c’è il pericolo che chi ha una certa notorietà sul web possa influenzare tutte quelle persone che non hanno purtroppo la competenza culturale per poter recepire un messaggio in maniera chiara.

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