Il nuovo afflusso incontrollato lungo la sentieristica vesuviana riporta ancora una volta alla ribalta le problematiche di vandalismo e scarso controllo. Stavolta tocca ad Ottaviano.
Già la scorsa settimana avevamo messo in evidenza quanto fosse importante, oltre la manutenzione, anche la vigilanza della sentieristica vesuviana, quanto meno nei periodi più critici. Come segnalato in un nostro articolo in data 23 marzo 2021, esiste ancora chi in maniera incivile e ingiustificabile deve dimostrare fino a che punto possa arrivare la stupidità del genere umano o sedicente tale.
Detto ciò c’è stato invece segnalato un atto di effrazione rilevato sabato 3 aprile sul sentiero n°5 del Parco Nazionale del Vesuvio, presso le strutture presenti a quota mille sul versante ottavianese, l’altro accesso al Gran Cono oltre a quello più famoso di Ercolano. In questo caso c’è stato il salto di qualità rispetto agli atti vandalici sul sentiero numero nove, ovvero quello del tentativo di penetrare all’interno del rifugio che le guide vulcanologiche usavano quando era in funzione la “Busvia del Vesuvio”.
Oltre all’apertura forzata di una delle finestre dell’edificio in legno, è stata riscontrata l’asportazione di un pannello fotovoltaico dalla struttura e scaraventato lungo il sentiero che porta al rifugio. Probabile frutto della frustrazione di chi aveva pensato di trovare qualcosa di prezioso all’interno del casotto abbandonato o semplicemente uno stupido atto vandalico.
Da quando è risultato più difficile frequentare le aree litoranee per i controlli della zona rossa anti-covid, in molti si sono riversati nelle zone pedemontane e lungo i sentieri vesuviani, praticamente incontrollati; questo ha permesso che, oltre agli appassionati e i più esperti escursionisti, si inerpicassero lungo le pendici del Somma e del Vesuvio anche i più comuni imbecilli, in cerca di campo d’azione e platea. Oggi con la Pasquetta, così come per le altre feste primaverili, c’è da temere il peggio con una nuova calata dei barbari, scongiurata lo scorso anno ma, a questo punto assai probabile ora, vista la “zona rosa” che ci troviamo a dover costatare.
Non pare infatti che tutti i comuni del Vesuviano e di tutte quelle zone interessate alle tradizionali gite fuori porta, abbiano messo in atto ulteriori iniziative di dissuasione al pic-nic selvaggio, speranzosi forse del rispetto del DPCM da parte dei propri concittadini. Ad ogni modo sappiamo di per certo che i comuni di Torre del Greco, Trecase e Boscotrecase hanno stipulato accordi con le associazioni del territorio per vigilare e salvaguardare le pinete del parco nazionale, confidando nella conoscenza dei luoghi da parte dei volontari e nella loro collaborazione con le Forze dell’ordine.
Si spera in un effetto di deterrenza ma, in un modo o nell’altro, ente parco e amministrazioni locali dovrebbero valutare meglio questa possibilità e non affidarsi alla panacea di telecamere che anche nel caso di Ottaviano non hanno evitato l’ennesimo reato contro il patrimonio.
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