W l’ignoranza!

Totò, episodio dello scrivano, tratto dal film Miseria e nobiltà (foto fonte web)

“Lei è ignorante – Sì – Bravo! Viva l’ignoranza! Tutti così dovrebbero essere, e se avete dei figliuoli non li mandate a scuola, per carità! Li faccia sguazzare nell’ignoranza!”

La recente nomina di Lino Banfi, al secolo Pasquale Zagaria, alla Commissione Italiana UNESCO ha suscitato non poche polemiche, vuoi per opportunismo politico, vuoi anche per una questione di competenze, ma ciò che nessuno pare abbia sottolineato, e questo la dice lunga sull’argomento che andiamo a trattare, sono le parole che pare lo stesso Banfi abbia usato all’atto della sua nomina ufficiale.

“Basta con tutti questi plurilaureati nelle commissioni, io porterò un sorriso”. Certo, ci sarà stata molta ironia in questa affermazione e, in realtà, quelle riportate dalla stampa, non sono propriamente le parole pronunciate dall’attore, ma il danno è stato fatto e non l’ha fatto Banfi ma chi lo ha scelto per tale incarico, dando adito a orde di geometri, ragionieri, odontotecnici, bidelli e Briatore di turno a prendersi tutta la loro rivalsa sull’odiato dottorato, senza per questo dimenticare i tifosi di ambo le parti. Del resto il buon Banfi è brillante uomo di spettacolo ma, vista l’ufficialità dell’incarico e le tematiche culturali trattate dalla UNESCO sarebbe stato più opportuno mettere da parte la commedia ed indossare le vesti più seriose e opportune del rappresentante di una commissione che si occupa di promozione e quindi di comunicazione ma oramai era sotto gli occhi e gli strali dell’italica arte di criticare a prescindere. Ad ogni modo, in un paese dove ci si laurea meno che negli altri paesi UE/OCSE sollevare un dibattito sulle presunte parole di Banfi e spararla grossa da ambo le parti non ci fa certo bene.

La laurea non è un requisito fondamentale per essere una brava persona, o per avere competenze in taluni campi ma di certo è un qualcosa di utile e formativo per chi si accinge ad affrontare la vita professionale e quella reale; sì anche la vita reale, quella che i laureati all’università della strada vantano di conoscere meglio di chi ha frequentato l’accademia. Probabilmente le esplicite simpatie berlusconiane del comico di Andria e il nazional populismo del suo curriculum artistico, che va dalla commedia sexy all’italiana agli sceneggiati per famiglie, ben ricade nelle aspettative di una compagine pentastellata che forse, in vista delle europee, spera di portare a sé un po’ di gradimento destrorso fin troppo accattivato alle grazie di Salvini e ne è stata riprova l’astiosa ironia del suo commento a suddetta nomina.

Le critiche sterili su, laurea sì e laurea no, che ha scatenato la questione mettono in luce la faziosità del nostro paese che altro non fa che trovare attenuanti per i propri beniamini e peli nell’uovo in quelli degli avversari; fatto sta che se Lino Banfi ha ormai onorificenze tali da poter essere considerato una figura istituzionale ciò non vuol dire che può rappresentare qualsiasi cosa. D’altro canto, una laurea non è, come abbiamo detto, un discriminante come molti, in maniera inopportuna, hanno fatto notare. Ma, per entrambe le posizioni, risulta evidente che il tifo annebbia l’intelletto e favorisce la pancia.

Detto ciò continuo a chiedermi perché mai non sia stato scelto un altro personaggio come, ad esempio, Piero Angela, persona degna, popolare, grande divulgatore, pieno di onorificenze e di lauree honoris causa e ben accetto al mondo accademico. Forse le sue stoccate alla visione oscurantista di questo governo hanno influito sulla decisione? Chissà! Ma crediamo che la politica, purtroppo in questo caso c’entri, e pure tanto!

Ah! Neanche Piero Angela pare che si sia mai laureato!

 

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